Si snoda tra i caruggi e gli ambienti delinquenziali di Genova, le nebbie dell’Alessandrino e – anche – il regno dei morti il nuovo giallo a tinte noir di Angelo Marenzana, Una morte senza valore, pubblicato da Mursia prima in e-book e adesso anche su carta. Nella prima parte, entrano in scena due medici cocainomani, usi a squartare a sezionare cadaveri.

Allora ecco che tocca a noi, agli anatomopatologi, quelli che si sporcano le mani con la morte, dare al cadavere un segno distintivo rispetto a tutti gli altri. Ci siamo noi a riscoprire l’individualità con un referto medico legale sempre diverso da corpo a corpo. La nostra relazione clinica ha lo stesso valore di un’impronta digitale. Noi ridiamo personalità al morto.

I due amici vogliono fare luce sulla morte per overdose di un loro caro amico (e fornitore). Di più, insieme alla fidanzata del morto, un bella spogliarellista che si concede nell’ambiente sadomaso, decidono (ma è una decisione che arriva forse casualmente o forse suggerita… dal mondo dei morti) che il loro amico debba essere vendicato.

Seconda parte e successive: entra in scena il protagonista, il commissario Corrado Lanzavecchia. È un uomo disincantato, deluso per una vicissitudine amorosa, e un po’ crepuscolare (a tratti ricorda il celebre commissario Ambrogio, di Renato Olivieri). Di se stesso dice: “Amo i sogni. Più di me stesso, delle donne e del mio lavoro”. Si muove e ama la nebbia, il commissario.

Per Lanzavecchia era sempre stata quella la sensazione che dà il viaggiare nella nebbia: non è lei ad aprirsi al passaggio di un uomo, ma è lui a restarne inghiottito a ogni passo.

Medici cocainomani, il poliziotto depresso e altri omicidi hanno come palcoscenico un grande hotel, piccola babilonia del malaffare e, anche, di incontri sessuali. Di soffiate. Me nel romanzo giallo di Angelo Marenzana (a differenza degli altri suoi libri ambientati nel Ventennio, qui l’ambientazione è contemporanea) c’è posto per l’occultismo, il mistero.

Al centro della vicenda una donna vestita di rosso, che compare nella nebbia. È attorno alle sue apparizioni che tutto ruota. E che rendono il giallo un giallo atipico. Eccola, poi scompare, riappare, e poi si perde ancora, sempre tra la nebbia tanto cara a Marenzana. Ed è una nebbia intrisa di dolori e di misteri.

La scrittura di Angelo Marenzana è (come sempre) elegante. Alterna momenti poetici a passi brevi, duri. Tra le pagine, tante citazioni di canzoni e film del secolo scorso. E tante tisane, che il commissario preferisce ai farmaci, di un erborista quasi-mago.

Angelo Marenzana, scrittore alessandrino classe 1954, ex dipendente delle Dogane, ha pubblicato per Rizzoli, Perdisa Pop, Baldini e Castoldi, Fanucci e altri editori. La maggior parte dei suoi romanzi sono ambientati nel periodo fascista.

“Una morte senza valore”, Angelo Marenzana, casa editrice Mursia, collana Giungla Gialla.

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