Alla fine è stata la provincia dell’Aquila a garantire la vittoria a Marco Marsilio. Tra le montagne dell’entroterra abruzzese, territorio tradizionalmente conservatore, il governatore uscente ha dominato, raggiungendo il 61,3% dei consensi contro il 53,5 ottenuto a livello regionale: il suo sfidante, Luciano D’Amico, si è fermato al 38,7%. A trascinare il centrodestra qui è stato in particolare il boom di Noi moderati, la lista che racchiude Coraggio Italia e altri partitini di centro (non l’Udc, che qui ha corso da solo): se nell’intera regione il simbolo ha ottenuto il 2,7% (dato comunque molto più alto della stima nazionale), nell’Aquilano ha raggiunto un incredibile 7,1, grazie al contributo di alcuni “portatori di voti” molto forti a livello locale, in primis la consigliera regionale Marianna Scoccia, sindaco del minuscolo borgo di Prezza, premiata con ben 5.200 preferenze. Più alti della media anche Fratelli d’Italia (al 26,5) e la Lega (all’8,3), mentre Forza Italia perde qualche decimale rispetto agli altri territori (13,6), presumibilmente a vantaggio proprio di Noi Moderati.

La provincia dell’Aquila, insieme a quella di Teramo, è anche una di quelle in cui l’affluenza è cresciuta rispetto alla scorsa tornata: dal 54,7% del 2019 è arrivata al 55,4, mentre a livello complessivo è scesa dal 53,1 al 52,2. Insomma, la “corsa al voto” auspicata nel centrosinistra in realtà c’è stata nel senso opposto. Nelle altre province, dove la partecipazione al voto è stata minore, Marsilio ha vinto con meno margine: nel Pescarese col 51,7 (affluenza al 53,3), nel Teatino (Chieti) col 51,5 (affluenza al 48,5). D’Amico invece ha vinto di misura, col 50,2%, nel Teramano, dove l’affluenza è stata del 53%. Tra le città capoluogo, D’Amico prevale a Pescara (col 52,3) e a Teramo (col 53,3), mentre perde a l’Aquila (52,7 contro 47,3) e a Chieti (Marsilio al 50,9).

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