La grande corsa alle urne per eleggere il nuovo presidente dell’Abruzzo non c’è stata. Tutt’altro: l’affluenza per le elezioni regionali è stata persino più bassa rispetto a cinque anni fa. Anzi il dato di chi è andato a votare è addirittura il più peggiore di sempre nella storia delle regionali abruzzesi. Quando sono arrivati i dati di tutte le 1.634 sezioni, infatti, l’affluenza definitiva è pari al 52,20 percento: numeri in leggero calo rispetto a quelli delle scorse elezioni, quando l’affluenza era stata del 53,11%. Ma è peggiore persino delle elezioni del dicembre 2008, quelle post Sanitopoli dopo l’arresto del governatore Ottaviano Del Turco. Allora alle urne andò il 52,98%, nel 2014 si rialzò al 61,56%, prima del nuovo calo dell’ultimo decennio.

I dati della giornata – Il flusso nel corso della giornata è quindi rallentato dopo il mini-boom delle prime ore: alle 12 infatti aveva votato già il 15,9% degli aventi diritto, ovvero 2 punti percentuali e mezzo in più rispetto al 2019. Una percentuale che alle 19 era cresciuta fino al 43,96 per cento, un punto in più rispetto a cinque anni fa. In serata, però, ecco il drastico calo con quasi un elettore su due che ha preferito astenersi.

I numeri delle province – Nel dettaglio, in provincia di Chieti l’affluenza è al 48,46%, due punti in meno rispetto al 2019, quando ha votato più del 50,19%; all’Aquila è del 55,40 (cinque anni fa era stata del 54,71); a Pescara è del 53,33 (nel 2019 era arrivata del 54,77); a Teramo è del 53,04 (cinque anni fa era arrivata al 53,85).

I candidati – Gli elettori dei 305 comuni dell’Abruzzo dovranno scegliere se continuare l’esperienza di governo regionale del centrodestra, con il candidato di Fratelli d’Italia Marco Marsilio, già presidente di regione che nel 2019 ha “strappato” la regione al centrosinistra, appoggiato da Noi Moderati, Unione di Centro-Democrazia Cristiana, Marsilio Presidente, Lega Salvini Abruzzo, Forza Italia e Fratelli d’Italia, o provare la nuova strada del campo progressista, con il candidato Luciano D’Amico, sostenuto da Movimento 5 Stelle, Azione-D’Amico-Socialisti Popolari Riformatori, Partito democratico, Abruzzo Insieme, Alleanza Verdi Sinistra-Abruzzo Progressista e solidale, Riformisti e Civici.

Le sezioni – Il presidente uscente e candidato del centrodestra, Marco Marsilio, ha votato poco prima delle 12 nella sezione numero 57 allestita nella scuola elementare del quartiere Tricalle di Chieti, la città nella quale ha la residenza. Il candidato del campo largo D’Amico ha votato, invece, alle 12 in punto a Pescara alla sezione n. 27 mella scuola “Illuminati” di via Regina Elena. In tutto sono 1634 le sezioni elettorali, di cui 13 ospedaliere, per un totale di 1.208.276 votanti, di cui 592.041 uomini e 616.235 donne su una popolazione censita di 1.275.950. Le sezioni sono a Chieti 460, a L’Aquila 405, a Pescara 396 e a Teramo 373.

Non c’è il voto disgiunto – Non appena chiusi i seggi lo scrutinio è iniziato subito. A differenza della regione Sardegna, in Abruzzo non è ammesso il voto disgiunto. L’elettore potrà votare (con una X) solo il candidato presidente, senza indicare una lista preferita e quindi senza dare il voto alle liste collegate, oppure potrà votare una lista, esprimendo o non esprimendo le preferenze per i candidati al consiglio regionale ed estendendo in automatico il voto anche al candidato presidente sostenuto da quella lista, oppure potrà mettere due X, una sul candidato e una sulla lista scelta e, volendo, esprimere le preferenze per i candidati al Consiglio.

Il consiglio e i precedenti – Il Consiglio regionale sarà composto da 31 membri, di cui sette consiglieri per ciascuna circoscrizione dell’Aquila, di Teramo e di Pescara, e otto consiglieri per quella di Chieti, oltre al presidente eletto e al candidato presidente che ha conseguito un numero di voti immediatamente inferiore. Alle regionali del 2019 i votanti furono il 53%, un netto calo rispetto alle consultazioni precedenti, quelle del 2014, quando andò a votare il 61,56% degli aventi diritto. Cinque anni fa Marsilio ottenne il 48,03% dei voti, la sua coalizione il 49,20%. Il candidato del centrosinistra, Giovanni Legnini, poi diventato Commissario al terremoto del Centro Italia, raggiunse il 31,29%; la sua coalizione, con 7 liste, arrivò al 30,64%. In quell’occasione si presentarono anche Sara Marcozzi per M5s che ottenne il 20,20%, e Stefano Flajani che ebbe lo 0,48%.

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