“Finalmente abbiamo la certezza di quello che è accaduto e di poter rendere giustizia a Davide”. Carlo Rebellin, il fratello del campione di ciclismo travolto e ucciso da un Tir pirata il 30 novembre 2022 a Montebello Vicentino, accoglie positivamente la notizia arrivata dal procuratore di Vicenza, Lino Giorgio Bruno. Per la morte del ciclista cinquantunenne è infatti stato fermato, su mandato di arresto europeo richiesto dal gip vicentino, l’autotrasportatore tedesco di 62 anni, Wolfgang Rieke. Il camionista si trova nel carcere di Münster (Germania). Secondo l’ordinanza, si legge in una nota della Procura, il decesso di Rebellin “è da imputare esclusivamente ad una pluralità di norme comportamentali da parte di Rieke nella conduzione dell’autoarticolato nei momenti antecendenti all’impatto con il ciclista”. Rebellin, che aveva concluso la propria carriera poco più di un mese prima dell’incidente, dopo 30 anni di professionismo, era stato travolto e ucciso mentre si allenava lungo la Regionale 11. Al momento dell’incidente l’autista aveva proseguito la sua corsa, allontanandosi e non prestando alcun soccorso: il mezzo pesante aveva colpito il ciclista uscendo dallo svincolo da cui proveniva. Era stato il fratello di Rebellin, Carlo, a riconoscere la bici dell’ex campione accartocciata lungo la strada.

Ed è proprio Carlo che dice: “Stavamo aspettando da tanto tempo questa notizia, speriamo sia solo il primo passo per punire adeguatamente il responsabile”. Non gli imputa solo di aver causato il tragico incidente, “che è un fatto che può succedere, anche se poi è la cosa più dolorosa perché ci ha strappato Davide”, ma soprattutto “come si è comportato dopo, dalla fuga a tutto il resto, una condotta inaccettabile: ha persino lavato il suo mezzo con detergente concentrato per tentare di cancellare ogni traccia dell’impatto”. Questa azione di sviamento delle indagini ha profondamente colpito i familiari dell’atleta. “In questi mesi il camionista non si è mai fatto sentire, neanche tramite il suo legale, per una scusa, una giustificazione. Nulla. Ciò significa o che non ha realizzato ciò che ha commesso o, come temo, che non gli importa nulla, e non è certo un comportamento serio, soprattutto da parte di chi aveva già combinato gravi guai con il camion”. Cosa si augurano i familiari? “E’ giusto che paghi per tutto ciò che ha commesso” risponde Carlo Rebellin che, assieme alla mamma, agli altri fratelli e alla moglie di Davide, è assistito dall’avv. Davide Picco, del foro di Vicenza, e, attraverso il consulente personale Alessio Rossato, da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini.

Il fratello di Rebellin aggiunge altri particolari: “Attendevamo con ansia che si accelerassero i tempi anche perché finora non avevamo in mano nulla di certo. Le indagini non sono ancora concluse, ma adesso disponiamo dei primi dati ufficiali sulla dinamica dell’incidente, che prima conoscevamo solo attraverso ricostruzioni degli organi di stampa o di fonti non giudiziarie. Finalmente, dopo sei mesi, abbiamo la conferma che l’unico responsabile è Rieke. È un passo avanti importante per rendere piena giustizia a Davide, e per la giustizia in generale, e anche per portare un po’ di conforto a noi familiari, soprattutto a sua moglie che soffre profondamente e tutti i giorni posta sui social ricordi di Davide”. L’avvocato Picco e Studio3A-Valore concludono: “Gli esiti dell’inchiesta confermano i nostri accertamenti: Davide Rebellin, che era scrupolosissimo quando si allenava in strada, non ha posto in essere alcuna condotta imprudente, né in violazione delle norme che regolano la circolazione stradale”.

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