Non solo non hanno ottenuto il visto ma i loro passaporti ancora trattenuti dall’Ambasciata russa di Roma. La vicenda ha per protagonisti tre parlamentari italiani: il senatore di Italia viva Ivan Scalfarotto e i deputati Lia Quartapelle del Pd e Benedetto Della Vedova di +Europa. Poco dopo avere appreso della morte di Alexei Navalny nella prigione di Kharp e dopo la riconsegna del corpo del dissidente russo alla madre, i tre parlamentari il 27 febbraio hanno chiesto all’Ambasciata russa il visto per potersi recare Mosca in occasione dei funerali. Consegnati i passaporti, però, i giorni scorrono ma dalla sede diplomatica a Roma nessuna notizia.

“La data del funerale di Navalny è trascorsa da tempo, così come il periodo entro il quale l’ambasciata doveva darci una risposta”, denunciano i tre parlamentari chiedono all’ambasciata russa “che fine hanno fatto i passaporti?”. Da oltre dieci giorni, infatti, i loro documenti sono ancora nelle mani dei funzionari russi. “Stiamo ancora aspettando un diniego o la concessione del visto, ben oltre i limiti previsti dalla legge”, scrive su Facebook la dem Lia Quartapelle. “Siamo schierati per la difesa dei diritti umani in Russia, è noto. Ma se siamo persone non grate, ce lo devono dire”, incalza Ivan Scalfarotto. “Tuttora non sappiamo perché e per quanto ancora i nostri documenti saranno trattenuti presso il consolato russo”, aggiunge sui social Benedetto Della Vedova.

Quartapelle ricorda come timbri e visti siano arrivati “con grande prontezza e gentilezza” per gli “esponenti della variegata galassia italiana che naviga tra destra e filo-putinismo“. Tutto questo avviene mentre in Russia sono stati presenti in questi giorni Ornella Muti e lo street artist Jorit che hanno rappresentato l’Italia al Forum della Gioventù di Sochi. “L’ambasciata avrà avuto sul tavolo solo le loro richieste e le nostre. E ha fatto una scelta”, commenta al Corriere della sera il senatore Scalfarotto. “Aspettiamo con fiducia i visti (o la restituzione dei passaporti)”, conclude Quartapelle ricordando che – persa l’occasione dei funerali – lei e i suoi colleghi hanno comunque ancora intenzione di andare in Russia per rendere omaggio a Navalny.

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