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Il corpo di Alexei Navalny riconsegnato alla madre: “Non sappiamo ancora se potremo celebrare funerali pubblici”

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Sono passati otto giorni dalla morte di Alexei Navalny nel carcere dell’artico russo dove era rinchiuso da mesi. Ma solo adesso la madre Ludmyla Navalnaya, dopo gli appelli e le accuse al regime di Vladimir Putin che aveva risposto chiedendo i funerali segreti, ha ricevuto indietro il corpo del figlio.

La portavoce, Kira Yarmysh, ha scritto su X che il cadavere del dissidente russo e la madre si trovano ancora a Salekhard, la città artica dove la salma è stata finora conservata nell’obitorio di un ospedale, ma non è ancora chiaro se i funerali potranno essere pubblici o dovranno rimanere segreti, come pretendevano gli investigatori. “Non sappiamo ancora se le autorità interferiranno nella possibilità che vengano celebrati nel modo in cui vuole la famiglia e che Alexei merita – ha spiegato Yarmysh -, vi terremo informati quando ci saranno notizie”.

In un video-appello pubblicato nello stesso giorno, sabato, dalla moglie Yulia Navalnaya, la donna torna ad attaccare il presidente russo accusandolo di aver sequestrato il suo corpo: “A quanto pare uccidere non è bastato, ora ha preso in ostaggio la sua salma, umiliando sua madre per costringerla ad accettare una sepoltura segreta – ha detto la vedova – Dateci il corpo di mio marito. Lo avete torturato da vivo e ora continuate a torturarlo da morto. Umiliate i resti di un morto. Niente di più demoniaco può essere immaginato. State infrangendo ogni legge, sia quelle umane che quelle divine”.

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