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Gli odori di casa possono aiutare chi soffre di depressione, il nuovo studio: “Interrompono il flusso negativo di pensieri”

Gli odori di casa possono aiutare chi soffre di depressione, il nuovo studio: “Interrompono il flusso negativo di pensieri”
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Annusare? Un toccasana per l’umore, secondo la scienza. Sempre nuovi studi confermano tale effetto, del resto sfruttato fin dagli albori dell’umanità; tra questi, uno di febbraio che promuove gli odori nella lotta contro i sintomi depressivi. La stimolazione olfattiva ha infatti potenzialità da conoscere e sperimentare. Stimolare ricordi autobiografici, carenti nei depressi ma importanti per il buon funzionamento della psiche: è questo l’obiettivo che si è posto il recente studio pubblicato su Jama Network Open. Visti gli scarsi risultati degli stimoli verbali, gli studiosi dell’università americana di Pittsburgh hanno provato con quelli olfattivi. E hanno fatto centro.

Odori di casa Ai partecipanti è stato chiesto di annusare dodici flaconi opachi contenenti altrettanti aromi familiari, tra cui arancia, sciroppo per la tosse, vaniglia, cannella, aglio, inchiostro, vino ecc. Tanto è bastato per sbloccare i preziosi ricordi autobiografici, modificando così in positivo lo schema di pensieri e interrompendo il flusso negativo. I ricercatori concludono quindi che si potrebbero rivoluzionare le cure per la depressione con gli odori. Che non devono essere necessariamente buoni: “Ciò che funziona non è la natura dell’odore, ma ciò che evoca”, osserva il dott. Marco Valussi, ricercatore di fitoterapia e aromaterapia, ricordando anche la natura molto personale dell’odore, capace di suscitare in ognuno reazioni diverse. Non a caso, l’idea di “puzza” è variabile nel mondo: agli americani non piace il gorgonzola, come a noi disgusta il durian, un frutto tropicale che per i suoi fan ha un profumo divino. Tutto ruota naturalmente intorno al senso dell’olfatto che, rispetto agli altri organi di senso, ha una marcia in più: l’accesso diretto al centro delle emozioni del cervello, la zona limbica.

La forza dell’olfatto
“Come viene ben descritto nello studio, ci sono importanti differenze tra l’olfatto e gli altri organi sensoriali, come la vista o l’udito” spiega l’esperto “L’olfatto è composto da parti abbastanza antiche del cervello, ma non solo; si distribuisce anche a livello della neocorteccia, dove avviene l’elaborazione dei ricordi. La percezione olfattiva è più caricata emotivamente e più legata direttamente alla memoria”. E il fatto di richiamare alla memoria, sottolinea l’esperto, va tutto a vantaggio della qualità della vita e della formazione dell’autostima.

Memoria e profumi
Accantonati i più generici odori, entriamo nel campo delle fragranze. In uno studio del 2023, gli scienziati hanno reclutato un gruppetto di volontari senza problemi cognitivi, di età compresa tra 60 e 85 anni. Tutti ricevettero un diffusore di aromi impostato per funzionare due ore di notte, ma metà di loro aveva solo acqua distillata; gli altri, i più fortunati, avevano oli essenziali di lavanda, rosa, menta ecc. Dopo 6 mesi, chi aveva dormito cullato dai profumi vantava un drastico aumento della memoria. Sottoposto a una scansione cerebrale, mostrava un miglior funzionamento del fascicolo uncinato, un’area cerebrale che si degrada invecchiando ed è collegata alla memoria. Ecco quindi un piacevole ausilio contro il declino cognitivo.

Fragranze, dolore e ansia
In una sperimentazione condotta nel 2023 all’ospedale di Alessandria, un gruppo di pazienti sottoposti a biopsia prostatica ebbe l’opportunità di alleviare l’ansia e il dolore conseguenti annusando un batuffolo spruzzato di olio essenziale di lavanda. Il gruppo di controllo, che ricevette la solita assistenza, non ebbe gli stessi benefici. È quindi un peccato che l’aromaterapia non venga sfruttata di più nei nostri ospedali, come già avviene all’estero. Viene invece sfruttata a livello commerciale con vere e proprie collezioni aromatologiche, linee di profumi basate su specifiche associazioni di oli essenziali per ottenere gli effetti più diversi. Come possiamo fare anche noi a casa con gli oli essenziali, che se sono al 100% naturali non presentano rischi per uso esterno.

Aromaterapia casalinga
Per calmare i bambini piccoli, Valussi suggerisce di azionare il diffusore in un momento piacevole per esempio durante un massaggio. “Questo odore, usato in altri momenti, dà piacere perché è emotivamente carico”. Per gli adulti è più semplice: se un profumo piace ed è possibile associarlo a un ricordo, il risultato è sicuro. Varie le applicazioni possibili. “Per stimolare l’attenzione e la memoria a breve termine, o quando si è sotto tono psicologicamente, vanno bene oli pungenti come menta, timo, cannella”. Funzionano un po’ come il caffè, ma subito e senza effetti collaterali. “Alcune molecole particolari, soprattutto l’eucaliptolo e il cineolo, sono in grado di stimolare le capacità mnemoniche”. Molti studi riguardano infatti la capacità dell’eucalipto di contrastare la demenza. E il relax? Sicuramente la lavanda, talmente studiata per la sua attività ansiolitica da non lasciare dubbi. Oltre a ciò, la lavanda migliora la qualità del sonno. “Probabilmente hanno lo stesso effetto altri oli essenziali contenenti linalolo, per esempio il basilico”, conclude Valussi. Ecco dunque un mezzo facile, relativamente costoso e adatto a tutti per migliorare il tono dell’umore: le fragranze.

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