“Ieri nave Duilio, in navigazione nel mar Rosso meridionale, ha localizzato una traccia aerea sconosciuta. Il profilo era minaccioso e, a seguito di riconoscimento ottico, attraverso i sensori di bordo, di un drone della stessa tipologia e comportamento di quelli che nei giorni scorsi si sono resi autori degli attacchi al traffico mercantile in area, nave Duilio ha reagito per autodifesa“. Così il capitano di vascello Andrea Quondamatteo, comandante del cacciatorpediniere italiano – impegnato nell’area per garantire la sicurezza della navigazione – ricostruisce l’abbattimento avvenuto sabato di un drone riconducibile ai ribelli yemeniti Houthi, la milizia islamica sciita alleata dell’Iran e di Hamas nel fronte anti-israeliano. Subito dopo l’episodio, la Difesa aveva fatto sapere che il drone si trovava a circa sei chilometri dalla nave, in volo nella sua direzione.

“Gli attacchi terroristici degli Houthi sono una grave violazione del diritto internazionale e un attentato alla sicurezza dei traffici marittimi, da cui dipende la nostra economia. Questi attacchi sono parte di una guerra ibrida, che usa ogni possibilità, non solo militare, per danneggiare alcuni Paesi e agevolarne altri”, aveva detto il ministro Guido Crosetto. Che domenica, in un’intervista al Corriere, è tornato sul tema parlando del ruolo dell’Italia a capo della prossima missione europea Aspides (la cui ammiraglia sarà proprio nave Duilio) finalizzata a difendere dalla minaccia Houthi le navi dirette verso il Mediterraneo: “Non siamo lì per fare azioni di guerra, non possiamo per legge e Costituzione, ma difenderemo le nostre navi. Da cittadino sarei turbato se non ci fosse unanimità su una missione che difende i traffici marittimi nel Mediterraneo, che per noi sono vitali”.

“Avendo visto quello che è successo anche alle altre navi in questo bacino di mare, dobbiamo mettere a sistema che non è un’area no-risk, ma anzi è una conflict zone. C’è una valutazione importante del rischio, ma siamo addestrati e approntati per essere in missione qui”, dice all’Ansa il capitano Quondamatteo. “Questa prontezza mantenuta per periodi prolungati è faticosa, per questo vorrei fare un plauso al mio personale”, aggiunge. “Un ringraziamento anche alle loro famiglie, che vorrei rassicurare. Stiamo tutti bene, l’equipaggio è composto da professionisti altamente concentrati e formati. Fanno bene il loro lavoro e io sono orgoglioso di essere il loro comandante. L’azione di ieri non è stata l’azione di un comandante, ma di un intero gruppo coeso“, rivendica. Nave Duilio, ricorda il capitano, “ha beneficiato dell’esperienza delle navi che ci hanno preceduto nell’area del mar Rosso, nave Fasan e nave Martinengo, per offrire un primo baluardo di tutela dei mercantili. Siamo pronti a fare lo stesso lavoro anche con l’ammiraglio e il suo staff non appena avremo il via libera del Parlamento” per la missione Aspides.

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