Si allarga il conflitto in Medio Oriente dopo i raid effettuati nella notte dalle forze armate statunitensi e britanniche contro diversi obiettivi Houthi, nelle aree dello Yemen sotto il controllo dei ribelli sciiti. L’escalation è una risposta agli attacchi che il gruppo filo-iraniano ha scatenato contro le navi occidentali nel mar Rosso, come “vendetta” contro Israele per la sua campagna militare a Gaza, nel tentativo di acquisire legittimità in patria e nella regione. Nelle ultime settimane, le navi da guerra della Marina americana hanno abbattuto decine di droni e missili lanciati dagli Houthi: gli attacchi hanno costretto alcune delle più grandi compagnie petrolifere e di navigazione a sospendere il transito attraverso una delle rotte commerciali marittime più importanti del mondo, con conseguenze potenzialmente devastanti per l’economia globale. Perciò gli Usa e altre venti nazioni hanno lanciato l’operazione “Prosperity Guardian” con l’obiettivo di salvaguardare la sicurezza in quel tratto di mare: l’Italia, come ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha “assicurato sostegno” alla missione e “messo a disposizione, con compiti di supporto associato, la fregata Virginio Fasan”.

La milizia Houthi, nota anche come Ansarallah (“Sostenitori di Dio”), è una fazione della guerra civile yemenita: al momento controlla una buona parte del territorio, che comprende anche la capitale Sana’a. Nacque negli anni Novanta, quando il suo leader, Hussein al-Houthi, lanciò un movimento di rinascita religiosa ispirato allo zaidismo, una branca dello sciismo. Gli zaiditi avevano governato lo Yemen per secoli, ma erano stati emarginati sotto il regime sunnita salito al potere dopo la guerra civile del 1962: il movimento era stato fondato proprio per rappresentare gli zaiditi e resistere al sunnismo radicale. Gli Houthi sono sostenuti dall’Iran, che ha iniziato ad aumentare i suoi aiuti nel 2014, con l’escalation della guerra civile e l’intensificarsi della sua rivalità con l’Arabia Saudita: secondo un rapporto del 2021 del Center for Strategic and International Studies, Teheran ha fornito al gruppo armi e tecnologia per mine marine, missili balistici e da crociera e droni. Insieme a Hamas, a Hezbollah e alle milizie sciite in Iraq e Siria, oggi il movimennto fa parte del cosiddetto “Asse della resistenza“, un’alleanza anti-israeliana e anti-occidentale di milizie regionali sostenute dalla Repubblica islamica.

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