Chiusa la partita del nuovo governatore – con Alessandra Todde che festeggia l’elezione a presidente della Regione Sardegna, mentre nel centrodestra parte la resa dei conti – è tempo di analizzare i dati dei partiti e delle liste. A risultato ancora non definitivo – mancano all’appello 19 sezioni ancora da scrutinare su 1.844 – esulta il Partito democratico riconfermandosi (come nel 2019) il partito più votato dell’isola, seguito a poca distanza da Fratelli d’Italia che, con la leader Meloni alla guida del governo nazionale, aumenta considerevolmente il numero di preferenze rispetto a 5 anni fa ma non riesce a sorpassare i dem. Ma il dato molto rilevante è il crollo della Lega di Matteo Salvini ferma al 3,7% e superata da quasi tutte le liste della coalizione di centrodestra (da Forza Italia al Partito sardo d’azione dell’ex presidente Solinas, fino al Partito liberale italiano) oltre che da Movimento 5 stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e la lista a sostegno di Todde. Con questi risultati il partito di Salvini eleggerebbe solamente due consiglieri regionali. Sul fronte centrista la lista di Azione (che correva insieme a +Europa a sostegno di Soru) si ferma all’1,5%, superata anche dal Psi e da Vota Sardigna.

Nel podio Pd, Fdi e M5s – Il primo gradino del podio (a meno di stravolgimenti con lo spoglio che verrà completato in Tribunale) è stato così conquistato dal Partito Democratico che con il 13,8% delle preferenze migliora – di poco – il risultato del 2019 (quando aveva raggiunto il 13,48%) ottenendo, in questa tornata elettorale, 94.411 voti (5 anni fa erano 96.235 ma oggi mancano ancora 19 sezioni). Secondo posto per il partito di Giorgia Meloni che si ferma al 13,6%, per un totale di 93.122 voti. La presidente del Consiglio traina anche in Sardegna Fratelli d’Italia come primo partito del centrodestra: 5 anni fa, invece, Fdi si era fermato al 4,72% con 33.716 voti. Chiude il podio il Movimento 5 stelle – partito della neo governatrice – che conquista 53.066 voti, pari al 7,8%: nel 2019, con Giuseppe Conte presidente del Consiglio, aveva ottenuto 69.573 preferenze, raggiungendo il 9,74%.

Il flop della Lega – Lo scettro del peggior risultato spetta al partito di Matteo Salvini. Dopo la battaglia, persa, per ricandidare il presidente uscente Christian Solinas, la Lega sprofonda al 3,7%: alle regionali del 2019 aveva ottenuto l’11,8% ed era risultato il secondo partito più votato (oggi si piazza all’undicesimo posto). In termini assoluti il Carroccio perde quasi 56mila voti passando dagli 81.421 di 5 anni fa agli attuali 25.589 voti. Delle nove liste della coalizioni di centrodestra solo due (Udc e Democrazia cristiana con Rotondi) ottengono un risultato peggiore della Lega. Va male (ma sempre meglio della Lega) anche al Partito sardo d’azione dell’uscente Solinas. Con 36.997 voti ottiene il 5,4%, nel 2019 aveva sfiorato il 10% con 70.434 preferenze.

Altri del “campo largo” – Dopo Pd e M5s, il terzo partito più votato del “campo largo” è Alleanza Verdi-Sinistra con 31.856 voti, pari al 4,7%. Al 4% la lista civica Uniti per Alessandra Todde con 27.261 preferenze. Al 3%, con poco più di 20mila voti ciascuno, altre tre liste del centrosinistra: Orizzonte Comune, Sinistra Futura e Progressisti. Raggiunge l’1,7% il Psi, mentre sotto l’1% si piazzano Fortza Paris (0,9%) e Demos (0,7%).

Centrodestra – Tra le liste che sostenevano la candidatura di Paolo Truzzu, al secondo posto (dopo Fdi) si posizionano i Riformatori Sardi, con il 7,1% (48.423 voti). Dietro c’è Forza Italia con il 6,3% e 43.171 voti: nel 2019 il partito di Berlusconi aveva ottenuto 57.430 voti pari all’8,04%. Al quarto posto della coalizione Sardegna al Centro 20-Venti con il 5,5% e 37.513 preferenze, seguita dal Psd’Az di Solinas al 5,4%. Sesta la lista Alleanza Sardegna-Pli al 4,1% con quasi 28mila voti, che supera di oltre 2mila preferenze la Lega di Salvini (settima lista della coalizione e undicesima della tornata elettorale). L’Udc è invece al 2,8% (19.056 voti), mentre chiude la Democrazia Cristiana con Rotondi allo 0,3%, con poco più di 2mila voti.

La ripartizione dei seggi – Con questi risultati (al netto dei dati parziali) è possibile ipotizzare la ripartizione dei seggi, tenendo conto anche del premio di maggioranza per la coalizione di Alessandra Todde. Il Pd otterrebbe 11 seggi (unica lista a eleggere almeno un consigliere in tutte le circoscrizioni). 7 consiglieri regionali a testa per Movimento 5 stelle e Fratelli d’Italia; 4 per Alleanza Verdi Sinistra mentre 3 consiglieri scatterebbero per Sinistra Futura, Uniti per Todde, Progressisti e Orizzonte Comune (del centrosinistra) e sempre 3 per Forza Italia e Riformatori Sardi (del centrodestra). Solamente 2 i consiglieri regionali della Lega, così come – sempre nella stessa coalizione – per il Partito sardo d’azione e per Alleanza Sardegna-Pli. Un seggio a testa scatterebbe anche per il Psi e l’Udc.

Le altre liste – Niente da fare per Renato Soru. L’ex Pd in corsa alla presidenza della Regione non entrerà neppure in Consiglio. La coalizione (all’8%) non supera il 10% del totale dei voti validi quindi è esclusa dall’attribuzione dei seggi: la lista Movimento progetto Sardegna è stata la più votata della coalizione con 23.706 voti pari al 3,5%. Azione, insieme a +Europa, si ferma all’1,5% con 10.554 voti. Anche Vota Sardigna supera Calenda ottenendo 10.849 preferenze pari all’1,6% mentre sotto l’1% Rifondazione Comunista e Liberu. Un risultato, quello di Azione, che costringe Calenda a correre ai ripari parlando adesso della necessità di ragionare con il M5s per le prossime tornate elettorali.

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