Novantotto parole. Tante ne sono servite ai leader del centrodestra per commentare la sconfitta – inaspettata – alle elezioni regionali della Sardegna. Il tutto in una nota congiunta firmata dai leader della coalizione, ovvero Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini. Nel breve comunicato, i tre innanzitutto hanno fatto i conti in tasca alla neo governatrice di centrosinistra Alessandra Todde, che ha vinto “per meno di 3mila voti” sul candidato di centrodestra Paolo Truzzu. Da questo dato di fatto, poi, i tre hanno parlato dei loro voti e del rammarico “per il fatto che l’ottimo risultato delle liste della coalizione di centrodestra, che sfiorano il 50% dei voti, non si sia tramutato anche in una vittoria per il candidato presidente”. Ipotesi di parafrasi: le persone che abbiamo candidato come consiglieri regionali sono andate bene, anche oltre le aspettative, ma i numeri dicono che abbiamo sbagliato candidato governatore. L’importante – hanno continuato i tre – è che da “queste elezioni, dunque, non emergerebbe in Sardegna un calo di consenso per il centrodestra“.

Infine la chiusa, che denota toni propositivi nell’ottica di una rinnovata pace all’interno della coalizione: “Rimane una sconfitta sulla quale ragioneremo insieme per valutare i possibili errori commessi. Continueremo a lavorare imparando dalle nostre sconfitte come dalle nostre vittorie”. Per Meloni, Tajani e Salvini, quindi, si tratta di “possibili errori commessi”: quasi una contraddizione in termini, visto che nella riga precedente i tre hanno scritto che le loro liste hanno raccolto quasi il 50 per cento dei voti. Stando a questi dati, quindi, come hanno fatto a perdere? Semplice: hanno sbagliato il candidato governatore, lo dicono loro stessi. E non si tratta di un errore possibile.

Dopo pochi minuti dalla diffusione della nota congiunta, la premier Giorgia Meloni ha scritto un messaggio sul suo profilo di X. Dopo aver annunciato di aver telefonato “ad Alessandra Todde, eletta presidente della Regione Sardegna, per porgerle i miei auguri di buon lavoro”, la presidente del Consiglio ha ringraziato Truzzu e tutta la coalizione, che “con le sue liste si conferma la più votata dagli elettori”. Un dato, quello dei voti presi dalle liste di centrodestra, che quindi conferma quanto affermato nella dichiarazione congiunta con Salvini e Tajani. “Le sconfitte sono sempre un dispiacere – ha chiuso Meloni – ma anche un’opportunità per riflettere e migliorarsi. Impareremo anche da questo”.

Forse anche dalla scelta di un candidato sbagliato, nel merito e nel metodo, come hanno detto chiaramente i dati delle urne. A sera, un’ulteriore ammissione che fa anche un po’ a cazzotti con il tentativo di scaricare su Truzzu la motivazione della sconfitta: “Mi invitate nel giorno in cui perdo le elezioni in Sardegna e sto pure facendo la Quaresima e non posso neanche affogare i miei dispiaceri nell’alcol”, ha detto la premier durante l’evento con la stampa estera. Un’ammissione, insomma, che il test in Sardegna era in realtà sentito da Meloni con un passaggio importante.

Non la vede esattamente così Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fdi: “Che ci sia stato il voto disgiunto è scientifico e matematico – ha detto – In Sardegna c’è sempre stato ed è più di quello che si vede perché ci sarà anche chi ha votato solo Truzzu senza votare le liste. Sarà un’analisi a spiegare se è stata una cosa spontanea o dei partiti – ha spiegato – È prematuro, ma eventualmente è una roba locale”. In Sardegna però “i numeri sono abbastanza chiari. La coalizione che sostiene il governo è più forte in Sardegna ora che nelle politiche – ha aggiunto Donzelli – è salita dal 40 al 48-49 e le opposizioni nel loro complesso sono scese. Quindi trarre un dato politico nazionale sarebbe paradossalmente di sostegno al governo. Poi – ha concluso – visto che uno perde non si mette a dirlo perché poi evidentemente la scelta territoriale non è quella che è stata apprezzata dai sardi. Obiettivamente non è un dato contro il governo“.

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