Ieri sul suo account X (già Twitter) aveva postato una parte del discorso per denunciare “l’omicidio” del marito da parte di Vladimir Putin integralmente messo online sulla piattaforma Youtube. Oggi la piattaforma di Elon Musk ha sospeso e poi riattivato l’account di Yulia Navalnaya, vedova dei Alexei Navalny, il dissidente politico morto mentre era detenuto nella colonia penale artica IK-3. “Account sospeso, sospendiamo gli account che violano le Regole di X”, si legge quando si cerca di aprirlo.

L’ultimo tweet della donna era stato questo: “Restituite il corpo di Alexei e lasciate che sia sepolto con dignità, non impedite alla gente di salutarlo”. Dal giorno della morte, venerdì 16 febbraio, la famiglia non riesce ad avere la salma dell’uomo. “Non mi interessa come commenta le mie parole l’addetto stampa dell’assassino”, ha affermato riferendosi al portavoce di Putin, Dmitry Peskov. “Chiedo davvero a tutti i giornalisti che possono ancora fare domande: non chiedete di me, chiedete di Alexei”.

La sospensione dell’account di Yulia Navalnaya è stato un errore che, appena scoperto, è stato corretto spiega X in una nota. “Il meccanismo di difesa contro la manipolazione e lo spam della nostra piattaforma ha erroneamente segnalato che @yulia_navalnaya violava le nostre regole. Abbiamo immediatamente ripristinato l’account appena ci siamo resi conto dell’errore”.

Intanto la Russia ha inserito nella sua lista dei ricercati Oleg Navalny, il fratello di Alexei, come riporta l’agenzia di stampa ufficiale russa Tass citando il database del ministero dell’Interno russo. Secondo la Tass, sui documenti del dicastero non si specifica quali siano le accuse. Nel 2014 Oleg e Alexey Navalny furono condannati a tre anni e mezzo di reclusione per accuse di “frode” ritenute di chiara matrice politica e in un processo bocciato dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo. Allora ad Alexey Navalny fu concessa la sospensione condizionale della pena, ma suo fratello Oleg finì in carcere.

Le autorità russe usarono però proprio quella sentenza per arrestare Alexey Navalny al suo ritorno a Mosca nel gennaio del 2021: il dissidente era stato curato a Berlino per un avvelenamento per il quale si sospettano i servizi segreti russi, e la procura lo accusò di aver violato i termini della condizionale. Oleg Navalny nel febbraio del 2022 è stato poi condannato in contumacia a un anno di reclusione con l’accusa di aver incitato a scendere in piazza contro l’arresto di suo fratello Alexey Navalny.

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