Nel 2018 era a Mosca con Gianluca Savoini, il faccendiere che trattava finanziamenti russi per la Lega all’hotel Metropol. Oggi sarà a Roma a omaggiare Alexei Navalny, l’oppositore al putinismo morto in carcere in Siberia. Non è un nome a caso quello scelto dal Carroccio per partecipare alla fiaccolata in ricordo del dissidente: si tratta di Andrea Paganella, cinquant’anni, senatore mantovano al primo mandato, già capo della segreteria di Matteo Salvini e in quanto tale citato nel più grosso scandalo sui rapporti tra il partito del vicepremier e il regime di Vladimir Putin. Come ha ricordato Huffpost, infatti, Paganella faceva parte della delegazione che nell’ottobre di sei anni fa accompagnò Salvini – allora ministro dell’Interno del governo Conte I – a Mosca per l’assemblea della Confindustria russa. Fu a margine di quell’evento che si tenne il famoso incontro nella hall del Metropol (svelato alcuni mesi dopo dall’Espresso e da Buzzfeed) in cui Savoini, già portavoce di Salvini e fondatore dell’Associazione Lombardia-Russia, fu registrato mentre discuteva con intermediari russi di un affare (mai realizzato) tra le società petrolifere statali Eni e Rosneft, da cui ricavare una plusvalenza da 65 milioni di dollari destinata a finanziare la Lega in vista delle Europee 2019.

Il leader del Carroccio ha sempre negato che Savoini fosse al Metropol su suo incarico: “Non l’ho invitato, non so cosa facesse a Mosca“, aveva detto dopo l’esplosione dello scandalo. Ma in contemporanea l’Espresso pubblicava una foto del 17 ottobre, il giorno prima dell’incontro all’hotel, che immortala il faccendiere conversare proprio con Andrea Paganella, allora braccio destro di Salvini, all’assemblea della Confindustria russa. “Possibile che non gli abbiano chiesto che cosa ci faceva a Mosca? E possibile che il ministro non sia stato informato?”, si chiedevano gli autori dell’inchiesta sul Metropol, Giovanni Tizian e Stefano Vergine. Quasi quattro anni dopo, l’indagine per corruzione internazionale aperta sul caso dalla Procura di Milano è stata archiviata anche a causa della mancata collaborazione delle autorità russe, che non hanno mai risposto alle rogatorie inviate dai pm italiani. Nel frattempo Paganella ha abbandonato il ruolo di spin doctor per entrare in Parlamento: alle ultime politiche è stato eletto in Senato, dove è membro della Commissione Esteri. E oggi sarà in corteo al Campidoglio per ricordare Navalny, morto per aver combattuto un regime con cui per anni, insieme al suo partito, ha flirtato.

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