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Max Angioni a teatro con Anche Meno: “Non farò appelli perché la gente in uno spettacolo comico vuole la risata, ma ammiro Ghali e Dargen D’Amico. Il mio riferimento? Beppe Grillo”

Il conduttore de “Le Iene” e attore comico partirà con il nuovo spettacolo teatrale “Anche Meno” in cui racconta le generazione dei 30enni alle prese con una nuova consapevolezza: rallentare per vivere meglio

di Andrea Conti

Da “Le Iene” al ritorno al teatro. Max Angioni debutta dal 16 febbraio con “Anche meno”, prodotto da Paolo Ruffini per Vera produzioni. Al centro dello show la storia di un 33enne, figlio unico, che racconta al pubblico i ricordi delle prime volte, le incredulità per le grandi conquiste, le domande più curiose e originali sulla storia e il senso della vita. Il tour italiano è stato preceduto da tre anteprime europee tutte sold out: il 17 gennaio ad Amsterdam, il 18 gennaio a Bruxelles e il 24 gennaio a Londra, al celebre Comedy Store. Dopo il sold out delle 5 date al Teatro Arcimboldi, è stata aggiunta una nuova replica prevista per il 6 aprile alle ore 16. Previste in totale 40 date, poi un tour estivo outdoor e i ritorno a teatro nel 2025.

Come mai il titolo “Anche Meno”?
Perché faccio parte di una generazione che è stata educata alla rincorsa, al successo, al sacrificio per ottenerlo. Poi però l’altra faccia della medaglia è che tutto questo diventa fonte di forte stress. Quindi ‘Anche Meno’ vuol dire rallentare un attimo, prendersi del tempo per riflettere. E non a caso uno degli argomenti dello spettacolo è la terapia.

Perché la terapia è importante?
Perché ho capito che anche nel dolore ci possono essere risvolti comici. Per me la terapia è importante per acquisire sicurezza, una sorta di miracolo della rinascita, ma anche per prepararci al male della vita, allo sbattere contro una realtà che crea ansia.

Quali sono gli altri argomenti dello spettacolo?
Si parlerà di aerei, dell’educazione sessuale che ho fatto alle medie, del mio cane morto, delle persone over 50 che mi fermano per un selfie e della morte.

E come affronti il tema della morte?
Raccontando un aneddoto personale. Era morto un parente ed eravamo lì al suo capezzale, quando è arrivato il prete la prima cosa che ha detto è stata ‘è morto!’. Grazie eh (ride, ndr).

Ci sarà spazio per parlare della guerra o ad appelli?
Non farei appelli fini a se stessi perché più è grosso l’argomento e più grossa deve essere la risata. Ammiro però chi li fa davanti a milioni di persone (come Ghali e Dargen D’Amico) perché ha una conoscenza e padronanza dell’argomento notevole Ma spero un giorno di poter scrivere qualcosa del genere…

Come farai a conciliare il tuo impegno a “Le Iene” con il tour?
Nessun problema anche perché ho dosato bene il lavoro e ho iniziato in alcuni casi a delegare ove possibile, dal punto di vista autorale. In questo modo riesco a pianificare al meglio. Ammetto però di essere diventato come le star capricciose…

In che senso?
In tour, visto che sono tante date e ho bisogno di tanta concentrazione, faccio delle richieste specifiche alla produzione per rendere al meglio.

Cosa chiedi?
Il te di una certa marca e di non farmi trovare in camerino gli insaccati perché mi azzerano la saliva, quando sono sul palco, e mi si gonfia la pancia (ride, ndr).

Chi sono i tuoi comici di riferimento?
Tra gli italiani senza dubbio Beppe Grillo perché ha una energia, una capacità di analisi con un’aderenza alla realtà spaventosa ed è riuscito a trascinare tantissime persone nei palazzetti. Tra gli stranieri direi Ricky Gervais che fa spettacoli onesti e sinceri ed è onesto al 100%”.

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