Dopo l’annuncio arriva il testo. Il governo ha depositato l’emendamento al decreto Milleproroghe sul taglio dell’Irpef agricola. Come già anticipato viene prevista (ma solo per due anni) l’esenzione totale per i redditi fino a diecimila euro, mentre per la parte eccedente i 10mila e fino a 15mila l’imposta è dovuta al 50%. Una misura che, si legge nel testo dell’emendamento, costerà allo Stato 220,1 milioni nel 2025, 130,3 milioni nel 2026, più altri 89,8 milioni nel 2027. Va considerato che l’esenzione totale in vigore negli scorsi anni costava alle casse statali 248 milioni di euro l’anno. Le coperture, per quanto riguarda il 2025 e il 2026, vengono reperite attraverso la riduzione del fondo per l’attuazione della delega fiscale istituito presso il Mef, mentre i quasi 90 milioni di spesa del 2027 sono reperiti mediante utilizzo delle maggiori entrate dovute all’attuazione della delega.

A rivendicare la misura in serata arriva un comunicato della premier Giorgia Meloni: “La scelta di garantire, in un momento di difficoltà del mondo agricolo, un ulteriore intervento di sostegno è frutto del lavoro dei ministeri dell’Agricoltura e dell’Economia, che hanno elaborato una proposta di intervento fiscale più equa, e che raccoglie le istanze proposte in occasione del tavolo con le organizzazioni agricole che si è svolto la settimana scorsa. Un incontro nel quale ho recepito le proposte delle organizzazioni e al quale ho presentato i tanti risultati ottenuti dal nostro governo in Italia in favore del mondo agricolo. Il nostro impegno adesso sarà ancora più forte in Europa dove chiederemo che l’agricoltura venga rimessa al centro del dibattito”, si legge nella nota diffusa da palazzo Chigi. “Il provvedimento sull’Irpef – che è stato proposto dal Governo su mio preciso indirizzo – garantisce un intervento progressivo che esenta maggiormente gli agricoltori che si trovano più in difficoltà ed esclude dal beneficio coloro che oggettivamente non ne hanno bisogno, ai quali invece negli anni passati è stato concesso, creando una disparità di trattamento rispetto ad altri italiani nelle loro stesse condizioni”, afferma la leader di FdI.

Intanto proseguono presidi e cortei dei trattori in diverse parti d’Italia. Non è ancora chiaro, invece, se e come proseguirà la mobilitazione nella Capitale dove era stata annunciata per giovedì una manifestazione al Circo Massimo. Lunedì Maurizio Senigagliesi, uno dei portavoce di Riscatto agricolo (movimento che ha più volte incontrato il ministro Lollobrigida), aveva annunciato che “alla luce della pubblicazione sul sito del ministero dell’Agricoltura del tavolo tecnico” erano “pronti a smobilitare il presidio” a Roma. Ma dallo stesso gruppo arrivano dichiarazioni discordanti. “Il presidio di Via Nomentana continuerà. Sono in arrivo anche altri trattori dai presidi esterni che oggi sono venuti a confrontarsi. Eliminiamo tutte le voci sul presidio fermo e andiamo avanti ancora più compatti”, ha detto uno dei leader di Riscatto Agricolo, Salvatore Fais, dopo tre ore di riunione al presidio organizzato da giorni dal movimento su via Nomentana a Roma. “Alcuni di noi – ha aggiunto – stanno facendo un comunicato stampa in cui dirà che esce dal direttivo ma rimarrà con noi. Siete liberi di prendere le vostre decisioni, nessuno vi obbliga a essere qui. L’amicizia tra noi rimarrà sempre. Il presidio per il momento continua”, ha assicurato Fais.

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