Ancora una mobilitazione in programma da parte degli agricoltori contro il caro-gasolio e le politiche ambientali europee. Giovedì alle 15 il Circo Massimo ospiterà la protesta del “Cra agricoltori traditi“, l’altro fronte dei manifestanti accanto a “Riscatto agricolo“. “Ci saranno almeno ventimila persone” dice il leader del movimento, Danilo Calvani. “Un gruppo di nostri trattori partirà in corteo dal presidio di Cecchina e arriverà nel cuore di Roma. Dovrebbero essere una quindicina di mezzi scortati dalle forze dell’ordine”, spiega all’AdnKronos. “Quella di giovedì sarà solo la prima delle nostre manifestazioni. La nostra protesta andrà avanti”, annuncia, criticando il vertice tenuto ieri a palazzo Chigi tra la premier Giorgia Meloni, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e le organizzazioni “ufficiali” del mondo agricolo (Cia, Coldiretti eccetera): “Questa è la risposta alla pagliacciata di ieri, all’incontro del ministro con le sigle sindacali per decidere ciò che gli agricoltori stanno contestando”. Ma anche all’interno di “Riscatto agricolo” si è formata una spaccatura a proposito del rapporto con Lollobrigida, che ieri ha ricevuto in autonomia il movimento al ministero e poi si è persino fatto vedere al presidio permanente dei trattori sulla Nomentana, a Roma. “L’incontro al ministero di ieri è andato male, siamo usciti solo con delle promesse. Il presidio quindi resta, anzi lo rafforzeremo. Sono in arrivo altri mezzi, arriveremo a mille trattori”, dice uno dei portavoce, Andrea Papa. Che attacca: “Lollobrigida ieri è venuto qui senza essere invitato, al suo arrivo è stato anche fischiato” (video). Diverso il punto di vista di un altro “volto” del gruppo, Roberto Rosati: “Secondo me è stato un confronto costruttivo. Il ministro ha promesso che la porta per noi resta sempre aperta”.

Intanto gli agricoltori casertani hanno lasciato il presidio realizzato a Santa Maria Capua Vetere all’esterno del casello autostradale dell’A1, e con i trattori hanno iniziato una lenta marcia per raggiungere la località Borgo Centore nel comune di Cancello e Arnone, a non molta distanza dal fiume Garigliano e dal confine con il Lazio; qui si riuniranno per mettere a punto l’organizzazione del percorso di avvicinamento a Roma. Si tratta della mobilitazione indetta dall’associazione Altragricoltura e da altre realtà, come il Movimento “Salviamo le Bufale” che già da due anni denunciano i fallimenti della politica nella lotta all’eradicazione della brucellosi, malattia che colpisce i capi bufalini ed è diffusa soprattutto nel Casertano. Gli agricoltori sfileranno a Roma con rappresentanti e aderenti ad associazioni di altri mestieri. Durante la marcia è stata espressa solidarietà agli agricoltori: a Santa Maria la Fossa alcune persone hanno offerto anche un aperitivo ai manifestanti. A Napoli il prefetto Michele Di Bari ha incontrato una delegazione di agricoltori della provincia: tema del confronto non solo le ragioni della protesta, ma anche alcune specifiche emergenze che riguardano in modo particolare le piccole e medie imprese agricole – per la maggior parte a conduzione familiare – che avevano sede nel Napoletano. Aziende produttrici di eccellenze ortofrutticole – a partire dalla mela annurca – che già da diversi decenni sono state costrette ad una delocalizzazione nell’alto Casertano e nel basso Lazio o addirittura nell’Est Europa.

Gli agricoltori presenti a Sanremo, invece, si dichiarano soddisfatti per la lettura di un (piccolo) estratto del loro messaggio da parte del conduttore Amadeus durante la quarta serata del Festival: “Certo, prima delle 17 ancora pensavamo di poter consegnare noi quella lettera sul palco. Abbiamo pensato anche a un blitz in sala stampa. nessun rimpianto, il messaggio è passato”, dice un rappresentante della delegazione, Fabio Pitzalis. Non era un comunicato pericoloso o destabilizzante, non puntava il dito contro qualcuno. Parlava di noi. Ma anche del fatto che quello che riguarda l’agricoltura in Italia alla fine riguarda tutti gli italiani, non solo quelli che lavorano nelle campagne”. E ora? “Ora non si molla, stasera rientro in Sardegna, domani do un’occhiata all’azienda. E poi si continua. Martedì saranno due settimane di lotta in Sardegna. Fermarsi adesso significherebbe buttare all’aria quanto già fatto. Ora programmiamo le prossime iniziative anche sentendo il coordinamento nazionale”.

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