Mentre le vendite di auto elettriche frenano, le grandi aziende di noleggio fanno retromarcia sulle automobili a batteria: lo scorso ottobre era stata Hertz a ridimensionare i piani di elettrificazione della sua flotta a causa del rapido deprezzamento delle vetture elettriche usate – figlio della guerra al ribasso dei listini, portata avanti soprattutto da Tesla – e dei costi di manutenzione, molto più alti del previsto.

A fine 2021 Hertz aveva annunciato un ordine per 100 mila Tesla, che sarebbero dovute entrare in servizio entro fine 2022: tuttavia, di quelle annunciate, solo 35 mila sono effettivamente entrate a far parte dell’offerta Hertz. Come scritto pocanzi, sulle decisioni di Hertz pesa soprattutto la perdita di valore dell’usato elettrico, che ha colto in contropiede la società di noleggio: il numero uno della Hertz, Stephen Scherr, ha recentemente stimato che il valore di rivendita delle automobili elettriche in possesso dell’azienda americana si sia ridotto di circa un terzo: la “maggiore perdita di valore”, comporta “maggiori oneri” per l’azienda, che rivende le auto dopo tre o quattro anni di noleggi.

Alle mosse strategiche di Hertz hanno poi fatto seguito quelle di Sixt, che a dicembre aveva deciso di rimuovere tutti i modelli Tesla dalla sua offerta di noleggio. Le motivazioni? Simili a quelle della Hertz: la domanda per i veicoli elettrici è “ancora nettamente al di sotto di quella per le auto con motori a combustione interna”. Inoltre, i veicoli a batteria hanno “prezzi di listino e costi di riparazione più elevati” e “valori residui inferiori” rispetto alle endotermiche, sopratutto per via delle continue variazioni dei listini annunciate dalla Tesla, che hanno determinato “costi di gestione e proprietà significativamente più elevati”.

Pochi giorni fa, poi, la medesima Hertz ha deciso di ridurre ancora la sua esposizione alle fluttuazioni del mercato delle automobili elettriche, sospendendo pure gli acquisti dei modelli della Polestar (marchio nato da una costola della Volvo). Hertz ha perciò sospeso l’accordo del 2022 per l’acquisto di almeno 65 mila vetture Polestar, da completarsi in cinque anni. In estrema sintesi, quindi, i colossi del noleggio sono finiti nella morsa della guerra dei prezzi innescatasi fra i costruttori di veicoli a batteria, Tesla in primis, che comporta un crollo dei valori residui e, di conseguenza, anche dei prezzi di rivendita.

Una tenaglia da cui aziende come Hertz e Sixt hanno deciso di uscire ridimensionando fortemente i piani di elettrificazione delle rispettive flotte e affidandosi alle tradizionali vetture termiche e ibride, più “stabili” nella tenuta del valore e meno onerose sotto il profilo dei costi di manutenzione.

Articolo Precedente

Bmw SciAbile, vent’anni di solidarietà. Oltre 1700 allievi disabili sulle piste da sci

next
Articolo Successivo

E la Panda diventa Pandina, in attesa del nuovo modello che verrà svelato a fine mese

next