Zero emissioni a chi? La Advertising Standards Authority (ASA), l’autorità britannica che valuta le pubblicità, ha definito “fuorvianti” le inserzioni di BMW e MG Motors, il marchio d’Oltremanica controllato dalla cinese SAIC, che definivano a “zero emissioni” alcuni dei propri modelli propagandati in rete attraverso Google.

La definizione non è stata giudicata esaustiva dall’ASA, perché si riferisce al massimo alla guida su strada e, in realtà, nemmeno a quella. I veicoli elettrici non producono emissioni di CO2 in marcia, ma l’usura dei freni (seppur inferiore rispetto ai veicoli ad alimentazione convenzionale che non dispongono della rigenerazione) e degli pneumatici sono all’origine della dispersione di altre particelle inquinanti nell’aria (così come i mezzi che, ad esempio, viaggiano su rotaia). Senza contare la CO2 prodotta per l’assemblaggio della macchina o, se l’energia non deriva da fonte rinnovabili, perfino per il rifornimento.

La definizione è stata ritenuta sostanzialmente troppo generica dall’ASA e, per questa ragione, “fuorviante”. BMW ha accettato la contestazione in merito alla pubblicità. La casa bavarese, che in agosto promuoveva veicoli elettrici a batteria parlava di “Zero emission cars – Download your brochure today”, auto a zero emissioni – scarica oggi il tuo opuscolo”, ha già sospeso da tempo la campagna. Dal punto di vista ambientale la definizione non è corretta e può indurre in equivoci. BMW aveva chiarito che il messaggio intendeva raggiungere i potenziali clienti interessati ad una elettrica. Va detto che in campo giornalistico le zero emissioni, anche senza la precisazione “su strada”, sono considerate quasi un sinonimo. Il richiamo, ha puntualizzato il costruttore tedesco, appariva peraltro in una percentuale irrisoria delle inserzioni a pagamento (0,02%). In ogni caso, in futuro la definizione non verrà più impiegata e di sicuro non come parole chiave.

Anche la sollecitazione relativa alla MG Motors riguarda una campagna della scorsa estate, nella quale venivano pubblicizzate auto sia elettriche sia plug-in: “Find a dealer – Book a test drive… zero emissions” (trova un rivenditore – prenota una prova di guida… zero emissioni). L’ASA ha liquidato come “fuorviante” la pubblicità perché sembrava lasciar intendere che la definizione riguardasse entrambi i tipi di veicoli (le plug-in hanno solo una parte di autonomia a zero emissioni su trada, perché la maggior parte dipende dalla motorizzazione termica). Il marchio britannico di proprietà cinese (oltre 30.000 auto immatricolate in Italia lo scorso anno, +310% e quasi il 2% di quota) ha riconosciuto la “leggerezza” e ha confermato l’eliminazione dei riferimenti alle “zero emissioni”.