Il primo febbraio il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, parlando alla Camera, aveva sottolineato che la legge per permettere il voto ai fuorisede non sarebbe arrivata in tempo per le prossime elezioni europee di giugno: “Tempi oggettivamente ristretti“, aveva detto il ministro parlando della legge delega, già approvata dalla Camera a luglio, e ferma in Senato. Ma proprio da Palazzo Madama – dopo la mobilitazione di molte associazioni e la mozione approvata (anche dalla destra) dalla Regione Lombardia che chiede una legge nazionale in materia – arriva la controproposta di Fratelli d’Italia.

Il partito di Giorgia Meloni ha infatti depositato in Commissione Affari costituzionali un emendamento al decreto elettorale che, se approvato, consentirebbe agli studenti fuorisede di votare alle prossime europee nei comuni di temporaneo domicilio. L’emendamento è stato firmato da tutti i senatori di Fdi in Commissione (Marco Lisei, Andrea De Priamo, Domenica Spinelli e Costanzo Della Porta). Secondo i proponenti, mentre il ddl già approvato alla Camera contiene una delega al governo per emanare entro due anni le norme, questo emendamento sarebbe invece immediatamente esecutivo.

L’emendamento interessa solo le prossime elezioni europee e “gli elettori fuori sede che per motivi di studio sono temporaneamente domiciliati in un Comune italiano situato in una regione diversa da quella in cui si trova il Comune nelle cui liste elettorali sono iscritti” e lo devono essere per “un periodo di almeno tre mesi nel quale ricade la data di svolgimento della predetta consultazione elettorale”. Prevede anche due situazioni distinte: quando lo studente fuorisede si trova in un comune diverso dal suo ma nella stessa circoscrizione elettorale (per esempio un ragazzo calabrese che studia a Napoli) o quando invece il fuorisede si trova in una città che ricade in un’altra circoscrizione elettorale. Nel primo caso “gli elettori fuori sede possono votare nel comune di temporaneo domicilio“.

Quando invece si trovano in un comune che appartiene a un’altra circoscrizione rispetto a quella di residenza potranno votare “nel Comune capoluogo della regione in cui è situato il comune di temporaneo domicilio”. Ad esempio lo studente siciliano che studia a Bergamo potrebbe votare a Milano. In questo caso il voto verrebbe espresso “per le liste e i candidati della circoscrizione di appartenenza dell’elettore” presso delle “sezioni elettorali speciali“.

Per potere accedere al voro fuorisede è necessario presentare “personalmente, tramite persona delegata o mediante l’utilizzo di strumenti telematici” una domanda al Comune di residenza. “La domanda – si legge nell’emendamento – è presentata almeno trentacinque giorni prima della data prevista per lo svolgimento della consultazione ed è revocabile, con le stesse forme previste dal primo periodo, entro il venticinquesimo giorno antecedente la medesima data”.

Il fatto che l’emendamento interessa solo le elezioni europee suscita critiche. “Avevamo cominciato l’esame del nostro provvedimento alla Camera per introdurre il voto dei fuori sede: la maggioranza ha voluto svuotarlo con una delega al governo, mentre ora apprendiamo della mossa di Fratelli d’Italia: davvero vogliono fare un provvedimento che riguardi solo le prossime europee?”, chiede Filiberto Zaratti, Capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra nella Commissione Affari costituzionali della Camera: “Oltre a permettere ai fuorisede di votare per le europee noi chiediamo che si consenta loro, con lo stesso metodo, di votare anche alle elezioni politiche nei comuni dove sono domiciliati”, sottolinea.

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