Ancora un buco nell’acqua per il voto ai fuorisede. Durante il question time alla Camera, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, rispondendo a un’interrogazione del deputato Riccardo Magi, ha sottolineato che “tenuto conto che le elezioni europee si svolgeranno l’8 e 9 giugno prossimi e che il 20 aprile è il termine ultimo per l’emanazione del decreto di convocazione dei comizi elettorali, i tempi per l’esercizio della delega legislativa e per i conseguenti adempimenti tecnici e organizzativi appaiono oggettivamente ristretti“. Tradotto: almeno per le prossime elezioni europee arrivare alla possibilità di voto per i fuorisede, senza costringerli a lunghi e costosi viaggio per tornare nel comune di residenza o all’astensione, sembrerebbe impossibile.

“In materia elettorale – ha sottolineato ancora il ministro – è indispensabile intervenire con estrema precisione, sotto il profilo tecnico, al fine di garantire la trasparenza e la sicurezza del voto, princìpi importanti tanto quanto quello di favorire la maggiore partecipazione alle consultazioni elettorali”. “È ferma intenzione del governo – ha concluso – definire, dopo tanti anni e il susseguirsi di diversi esecutivi, la disciplina che renda, il prima possibile, concretamente più agevole l’esercizio di un diritto fondamentale per la democrazia, in grado di incidere sul fenomeno del cosiddetto astensionismo involontario, che coinvolge soprattutto le giovani generazioni”

“Purtroppo questo Governo ha una visione della democrazia un po’ riduttiva, un po’ semplificata. Si ritiene che sia democratico promuovere una riforma costituzionale sul premierato con l’elezione diretta e, però, si lasciano fuori 5 milioni di possibili elettori”, ha replicato Magi, ricordando che è stata la maggioranza alla Camera a decidere “di trasformare le nostre proposte parlamentari in una delega al governo” e chiedendo un intervento dell’esecutivo anche con “provvedimenti d’urgenza”.

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