Quando scrivi un libro e un editore lo pubblica, il titolo lo sceglie lui, al netto di illustri casi. Fa benissimo: il titolo è l’anima del commercio e il narcisismo dell’autore propone di norma titoli imbarazzanti. Lo scrittore intitola la propria opera senza intrusioni soltanto se l’autopubblica. E l’autore del più fortunato libro italiano del 2023, il generale Vannacci, ha scelto un titolo geniale: Il mondo al contrario. Sarebbe stato meglio dire L’Italia al contrario, ma per chi lo legge sono probabilmente due geografie che coincidono.

Il linciaggio morale della influencer più amata degli italiani – sicuramente lo era, perfino consacrata dal festival di Sanremo, prima delle recenti disavventure – è una delle tante prove sperimentali dell’Italia paese al contrario. L’influencer in questione è la principessa del genere e, assieme alla genia stesso degli influencer, viene spesso etichettata come fenomeno di sinistra. Posto si abbia quella consolidata certezza su destra e sinistra che a Giorgio Gaber mancava.

Nel resto del mondo, in apparenza, accade il contrario.

Un recente articolo ascoltato sul podcast di The Conversation lo spiega chiaramente. Le (donne) influencer dello stile di vita stanno cambiando il volto dell’estrema destra. Lo dimostrerebbe la ricerca di un giovane ricercatrice olandese, Eviane Leidig, su una coorte di donne influencer che vendono ideologia di estrema destra su piattaforme come Instagram e YouTube (The Women of the Far Right: Social Media Influencers and Online Radicalization, Columbia University Press, 2023). Queste donne di estrema destra rendono l’estremismo accattivante, condividendo storie su alimenti biologici che aiutano le donne incinte a propagare la razza bianca “pura” e postano selfie dietro le quinte di raduni anti-vax.

Alcune di queste influencer condividono prima di tutto ciò che ci si aspetta sui social media: tutorial di bellezza, le foto curate di una bella casa, valanghe di raccomandazioni sui propri marchi, personali e non. Tra i loro post, non mancano però le teorie del complotto antisemitico, messaggi anti-femministi e sentimenti nazionalisti di stampo razzista, ispirati dal suprematismo bianco. In pratica, fondono nello stesso messaggio assiema ai loro marchi la propria ideologia politica. Un messaggio coerente con la storia del pensiero conservatore, in termini di convinzioni sui ruoli di genere tradizionali, femminili e maschili. Questa strategia insidiosa, focalizzata sulle differenze di genere, sfrutta bene le piattaforme dei social media, dove i loro contenuti vengono condivisi e promossi dal pubblico più vasto e poco consapevole.

La natura reticolare dei social media è stata usata da molti movimenti sociali nel corso degli anni, in primis da quelli che mirano a sensibilizzare sulla giustizia sociale. Negli Stati Uniti, per esempio, i più attivi sono stati i pro-palestinesi, gli ebrei anti-sionisti, Black Lives Matter. Attraverso la condivisione di video, testi e immagini, questi movimenti si propongono di cambiare il modo in cui la società interpreta questioni come la brutalità della polizia, il colonialismo, il razzismo. Il rovescio della medaglia è l’utilizzo dei social media da parte di chi mira a reclutare proseliti e diffondere informazioni sugli obiettivi del suprematismo bianco e la conservazione del cosiddetto “eccezionalismo” occidentale. E le influencer hanno un ruolo non trascurabile in questa direzione.

In Italia, la vicenda della signora Ferragni viene generalmente interpretata dagli analisti come il principio della fine di un lucroso affare malato di radical “chicchismo”. È un auspicio fegatoso, non una profezia con qualche probabilità di successo. L’albergo diffuso di Mascognaz in valle di Ayas è stato dapprima criticato per aver accolto la signora e sono perfino volati insulti social. Come risultato i profili social dell’albergo hanno più che raddoppiato i follower e c’è stato un boom di richieste di prenotazione (anche se la verità potrebbe essere un’altra, ndr).

Noto però una piccola caduta di stile quando, su Instagram, la signora Ferragni definisce Mascognaz “in the middle of nowhere”, in mezzo al nulla. Mascognaz è un pianoro magico sede di un antico villaggio Walser, dove c’è ancora qualche stalla. Si raggiunge in un’ora di facile camminata da Champoluc, uno dei villaggi del comune diffuso di Ayas. È accessibile agli escursionisti ad autonomia limitata come chi scrive, che più volte all’anno può gustarvi una polenta concia senza dovere aprire un mutuo. E ricordo che, nel 2016, l’albergo era stato scelto dall’ex presidente francese, il campione dei conservatori Nicolas Sarkozy, per due settimane di relax con la moglie, l’ex modella e cantante Carla Bruni.

La bellezza dei luoghi è di destra o di sinistra? “È evidente che la gente è poco seria quando parla di sinistra o destra” cantava l’indimenticabile Giorgio Gaber. Soprattutto la gente dell’Italia al contrario.

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