“Mi dimetto da sottosegretario con effetto immediato. Scriverò una lettera alla Meloni”. Così il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, ha annunciato il passo indietro dopo mesi di polemiche e accuse sui compensi ricevuti dal critico d’arte e per il caso, sollevato dal Fatto Quotidiano insieme a Report, di un quadro del Seicento rubato per il quale è sotto inchiesta dalla procura di Macerata. Sgarbi nel corso di un evento a Milano. Io – ha detto dal palco dell’evento ‘La ripartenza’ organizzato da Nicola Porro al Centro congressi Cariplo di Milano – sono solo Vittorio Sgarbi, non sono più sottosegretario e non voglio essere sottosegretario. L’Antitrust ha mandato una molto complessa e confusa lettera dicendo che aveva accolto due lettere anonime, che ha inviato all’Antitrust il ministro della Cultura, in cui c’era scritto che io non posso fare una conferenza da Porro”. Sgarbi si è poi scusato per gli insulti rivolti ai cronisti autori dell’inchiesta sul quadro e mandati in onda nell’ultima puntata di Report: “‘Io sono noto per le mie imprecazioni, per le ‘capre’, ma non ho nessuna volontà di crudeltà e di morte per nessuno’. Mi scuso con i giornalisti che si sentono in pericolo di morte”, ha detto il critico d’arte, aggiungendo però che si è trattato di una ”intervista non autorizzata, non voluta. A un certo punto, non essendo un’intervista, io ho fatto imprecazioni, che sono sembrate anche a qualche giornalista offensive. Io ritiro il mio augurio di morte, mi scuso di averlo pensato e non sono più neanche in sottosegretario. D’ora in avanti augurerò la morte senza essere responsabile di essere sottosegretario”

video tratto da nicolaporro.it

Articolo Precedente

Da agricoltore capisco chi protesta ma Coldiretti e le altre associazioni non mi rappresentano

next
Articolo Successivo

Vittorio Sgarbi dalle conferenze vietate al quadro rubato, fino alle dimissioni: da ottobre a oggi, tutte le tappe della nostra inchiesta

next