Vittorie su vittorie, sorpassi e controsorpassi, lepri e cacciatori, guardie e ladri, hanno messo in mezzo persino Sinner e Djokovic: dopo settimane di sfida a distanza, adesso ci siamo. Inter e Juventus si ritroveranno faccia a faccia, sul campo, al confronto finale.

È la settimana che inevitabilmente deciderà lo scudetto, o almeno potrebbe farlo. Non pervenuto il Napoli campione d’Italia, staccato il Milan che ha pagato a caro prezzo quel mese e mezzo negativo a cavallo tra ottobre e dicembre (ma comunque pare una spanna sotto), Inter e Juve stanno dando vita ad un testa a testa entusiasmante, e per certi versi estenuante, in un clima intossicato anche da continue recriminazioni arbitrali frutto dei veleni della passata stagione (e siamo ancora a gennaio, figuriamoci dovessimo arrivare così a maggio). Merito di entrambe, e forse soprattutto dei bianconeri. Perché se era lecito aspettarsi un campionato di vertice dai nerazzurri dopo la finale di Istanbul (certo, non a questa andatura folle), era più difficile credere alla capacità di Allegri di ricostruire una squadra immediatamente da scudetto, anche se si tende troppo a sottovalutare la rosa bianconera, che vanta comunque acquisti da 50 o 70 milioni, e l’assenza delle coppe è un fattore.

Sta di fatto che lo scontro diretto arriva al momento giusto per spezzare l’equilibrio, dare un’indicazione più chiara di che campionato sarà. In realtà qualcosa è già successo nell’ultima giornata. La Juve, che sembrava lanciata al meglio verso il big match di San Siro, ha perso punti in casa contro l’Empoli in una giornata teoricamente favorevole. È una circostanza tutt’altro che marginale: permette all’Inter di presentarsi comunque davanti, quando invece si pensava che la pausa in Supercoppa l’avrebbe fatta scivolare almeno temporaneamente in classifica. E il vantaggio virtuale potrebbe essere addirittura di +4, considerando la gara da recuperare contro l’Atalanta. È vero che gli asterischi non contano (e i nerazzurri lo sanno bene, memori di quel famoso recupero contro il Bologna che di fatto gli è costato lo scudetto nel 2022), ma così la partita di domenica 4 febbraio comincia ad assomigliare tanto ad un match point, da giocare in casa, per giunta.

Se l’Inter dovesse vincere, darebbe forse la spallata decisiva alla corsa scudetto. Proprio però per il piccolo vantaggio conquistato nell’ultima giornata, ribalta anche la situazione psicologica della partita. A Inzaghi a questo punto potrebbe anche bastare non perdere (vi ricordate cosa successe dopo il famoso derby di Giroud, in cui l’Inter passò dal momentaneo +7 a +1 in una manciata di minuti?). Sta ad Allegri decidere come giocarsela. Se ancora una volta per il pareggio, come fatto a novembre a Torino, accontentandosi di un punticino che lascerebbe in scia i bianconeri ma chissà per quanto, con alle porte il ritorno della Champions che toglierà energie ai rivali ma anche un calendario severo per i bianconeri. O andare a San Siro per vincere, per dimostrare a tutti di credere allo scudetto coi fatti, e non solo con le frecciatine. Adesso basta polemiche e sfide a distanza: Inter-Juventus si gioca finalmente sul campo. Sperando che parli davvero solo il campo.

Twitter: @lVendemiale

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