Un legame durato quarant’anni, profondo. Si erano conosciute in Rai, Sandra Milo, morta oggi novantenne, e Maria Alberta, la sua “amica milanese”, ufficialmente la marchesa Viviani Cervi che la ospitava puntualmente nella sua splendida casa di Porta Venezia ogni volta che Sandra metteva piede a Milano.

Non avrebbe senso qui ricordare l’immensa carriera della Milo, tutti i giornali e le tv l’hanno riassunta con dovizia di particolari. Proprio a casa di Maria Alberta ho conosciuto Sandra Milo e sempre lì l’ho più volte intervistata. Sulla libreria del salotto della Viviani campeggia una foto di loro due insieme, a Venezia, e pile dei due libri che l’attrice aveva scritto e pubblicato con un piccolo editore: prima una mini autobiografia, Amanti, e poi una raccolta di poesie, Il corpo e l’anima.

NON USARE

Maria Alberta, a lungo responsabile dei programmi Rai di Milano, mi racconta di aver conosciuto Sandra al bar della sede Rai di corso Sempione, da quell’incontro nacque un programma e poi la lunga amicizia. Entrambe sono donne infaticabili: non hanno mai smesso di lavorare. La Milo è stata, a 88 anni, protagonista del programma Sky Quelle brave ragazze accanto a Mara Maionchi e Marisa Laurito, a raccontarsi i 241 anni (fra tutte e tre) di esperienze di vita e lavoro. Una donna che non molla, Sandra: quanti, a 87 anni, si farebbero incatenare alle transenne di Palazzo Chigi per chiedere udienza a Giuseppe Conte, allora premier (che subito la ricevette) per difendere i diritti dei lavoratori dello spettacolo?

Mi racconta Maria Alberta, a tutt’oggi in piena attività (è vicepresidente delle relazioni istituzionali di Ameco, una holding milanese) che per i suoi novant’anni Sandra avrebbe pubblicato una monumentale autobiografia con Mondadori. Purtroppo non ha fatto in tempo. Chissà se uscirà comunque. Dovrebbero occuparsene i figli: Ciro, protagonista dell’orribile scherzo mandato in onda centinaia di volte da Blob quando, nel ’90, un’anonima telefonò a Sandra in diretta, durante la trasmissione tv L’amore è una cosa meravigliosa, per comunicarle che il figlio aveva avuto un grave incidente stradale (con successive ipotesi complottiste mai dimostrate).

Il padre di Ciro è Ottavio De Lollis, un personaggio sparito dalla circolazione poco dopo la nascita dei figli e di cui nulla si è mai saputo (se fosse vivo, avrebbe 93 anni) e neppure la Milo non ne aveva notizie (almeno a suo dire). Prima Sandra era stata sposata con il marchese Cesare Rodighiero (per tre settimane!), poi, per 11 anni, con il produttore greco, ma naturalizzato italiano, Moris Ergas (ex di Silvana Pampanini), morto nel ’95 e padre di Debora, giornalista Rai, la sola a vivere autonomamente. Durante il matrimonio con De Lollis, Sandra interruppe l’attività artistica per una decina d’anni e lasciò il cinema (passando da T’ammazzo!… Raccomandati a Dio, un brutto spaghetti western del fotografo di scena Osvaldo Civirani passato alla regia, del ’68, al ‘militarello’ Riavanti… Marsch! di Luciano Salce, accanto ad Alberto Lionello e Renzo Montagnani del ’79). Senza considerare il ‘giallo’ del matrimonio-lampo che Sandra avrebbe celebrato ai Caraibi con il colonnello cubano Jorge Ordoñez nel ’90, oggettivamente una bufala pubblicitaria in un momento non facile della sua vita. Una delle tante performance di cui Sandra, da vera attrice consumata, è stata sempre maestra.

Ed eccoci a Fellini, il Maestro che avrebbe fatto di Sandra Milo ‘la sua musa’ (da 8 e 1/2 del ’63 a Giulietta degli spiriti del ’65): sbagliato perché Sandra non certo era il tipo d’essere musa di alcuno. Fellini l’amò dal momento in cui lo conobbe e, tanto meno, Sandra fu mai una ‘oca’ come molti idioti l’hanno voluta definire (lo dicevano anche di Marilyn Monroe, altro che ‘oca’, una donna ferocemente e interiormente combattuta fra immagine e realtà). La passione per l’esoterismo di Fellini, come dimostra la sua amicizia con Gustavo Adolfo Rol, uno dei più noti sensitivi italiani, aveva contagiato anche la Milo che ne era affascinata.

Ancora Maria Alberta Viviani mi ricorda come Sandra, osservando le tante foto dell’amica, le prevedesse, a ogni visita a Milano, il futuro, sempre positivo. Ma soprattutto mi rivela che, due anni prima di morire, nel ’91 (lui 71 anni, lei 58), Fellini propose a Sandra di andare a vivere con lei in America, lasciando la moglie Giulietta Masina. Vero? Falso? Non lo sapremo mai. Ma le confessioni a un’amica del cuore raramente mentono.

Una sera, a cena con Maria Alberta e Sandra, chiesi alla Milo se poteva autografarmi un libro sulle attrici italiane. Lei scrisse: “A Michele, che giustamente – come Marcello Mastroianni – ama le donne un po’ fané. Con simpatia e affetto. Sandra Milo”. Mai nessuno mi aveva affiancato a Mastroianni e mai lo farà.

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