Sandra Milo era un genio, sì, proprio un genio, come Einstein, solo di altra natura. Avrei voluto tanto incontrarla, farle uno dei miei ritratti filmati, sarebbe dovuta venire a Milano in un teatro vicino a casa mia, mi ero ripromesso di andare nel suo camerino con un mazzo di rose rosse, inginocchiarmi e chiederle di farsi filmare da un imperfetto sconosciuto come me.

La vita ha deciso altrimenti e adesso Sandrocchia è nel cielo dei cinefili a fare il suo eterno girotondo felliniano. La vita è una festa, viviamola assieme. Così diceva Federico Fellini.

Che cosa è un genio? E’ una persona che ti ispira, che ti spinge alla curiosità, che ti fa nascere mille domande, è una persona con un passato rigoglioso. Mi sento molto vicino a Fellini, ho il privilegio di essere amico di Bruno Zanin, il Titta di Amarcord, interrogando Bruno mi sono sentito a casa, gli ho chiesto tanti aneddoti dal set di Amarcord e lui con la sua generosità non si è tirato indietro, avrei fatto la stessa cosa con Sandra e lei sarebbe stata altrettanto generosa, perché il genio è generoso, si dona senza riserve. Sandra Milo ci ha donato la sua femminilità prosperosa, ridanciana, scollata, ma non solo, non era solo la musa di Fellini, è stata anche la musa di Antonio Pietrangeli, un altro grande regista che purtroppo non viene mai ricordato abbastanza. La Milo ha interpretato ben tre film con Pietrangeli: Lo scapolo, Adua e le compagne e La visita. Sono tre film bellissimi dove abbiamo la possibilità di scoprire un’altra Sandra Milo, un’attrice più intima che era in grado di donarci anche la sua anima, non solo il morbido corpo adorato da Fellini. E come se non bastasse la Milo aveva anche un rapporto strettissimo con il cinema francese più raffinato, parliamo di registi come Claude Sautet dove recita insieme a Belmondo e a Lino Ventura (il film è L‘asfalto che scotta), o ci riferiamo a film come Le avventure di Arsenio Lupin del grandissimo Jacques Becker. Poche attrici al mondo possono vantare questo curriculum.

A me piaceva anche la versione più trash, quella televisiva di Piccoli Fans, il programma consisteva nell’esibizione canora di bambini, accompagnati dai rispettivi genitori commossi e appaludenti. Fu anche bersaglio di uno scherzo ignominioso durante un’altra trasmissione (L’amore è una cosa meravigliosa), la famosa e vigliacca telefonata che le fece gridare in diretta “No, Cirooo”, uno scherzo telefonico di pessimo gusto su un immaginario incidente d’auto al figlio Ciro, poi diventato un supercult di Blob. Ah, mi sono dimenticato di dire che Sandra ha lavorato anche con Rossellini e Steno (scusate se è poco!).

Donna saggia e candida, schietta, con quella voce in falsetto che però diceva sempre la verità. Donna coraggiosa, quanto coraggio ci vuole ad aiutare la propria madre a morire? Non riesco nemmeno a immaginarlo. Quando la vita è solo sofferenza, quando sei solo un fascio di dolore e gemiti, di sussurri e grida, aiutare una persona a morire, a lasciare le sofferenze, è solo un atto d’amore purissimo.

Non solo il cinema, anche la politica, amica di Nenni e di Craxi (con Craxi più che amica, a quanto si dice). Beh, lasciatemelo dire, una donna che passa da Fellini a Craxi con disinvoltura sublime non può che essere un genio. Il genio è accogliente per definizione. Avrà pure fatto parte di quella stagione “politica” definita dei nani e delle ballerine, ma lei non era una nana e nemmeno una ballerina, ma una grandissima attrice a cui si perdona tutto.

Quando era ospitata in tv sentivo una certa ironia (seppur benevola) nei suoi confronti, presentatori senza spessore che le ponevano domande banalissime per un pubblico banalissimo, sempre alla ricerca del pettegolezzo, mentre lei era uno scrigno pieno di tesori per chi ama la settima arte. Ci avrebbe potuto raccontare cose preziosissime su Fellini, Pietrangeli, Becker, Renoir, Sautet, Rossellini, Steno, Totò, Tognazzi e molti altri. Purtroppo viviamo in un paese con la televisione più superficiale del mondo, con rare eccezioni. Siamo superficiali e ignoranti, mentre lei era un genio, nascosto sotto la sua semplicità e il suo variopinto candore. Amava i bambini, gli unici esseri veramente vicini alla vita.

L’altro giorno ero al ristorante con un amico, una bambina si è avvicinata a me dicendomi “Io ho dei capelli bellissimi”, le ho risposto “Certo, sono bellissimi” poi mi sono tolto il cappello e le ho detto “Io invece non ho dei capelli bellissimi, sono pelato” e sapete che cosa mi ha risposto quella bambina? Ve lo giuro, ha detto “Sì, ma hai un bellissimo cappello!”. Una bambina di cinque, forse sei anni, mi ha detto una frase geniale e gentile. Sandra Milo era così, ancora bambina, così gentile e così geniale, come solo i bambini sanno esserlo.

Non ci mancherai cara Sandra, perché tu sei in tutti i film che hai fatto, noi cinefili conosciamo il tuo valore, la tua storia, la tua arte. Non ci mancherai perché continuerai ad esistere, a persistere, come solo la genialità sa fare. Ti vogliamo bene. Il genio è bontà. Lo sanno tutti. Einstein era buono e se ti avesse conosciuta, chissà, magari si sarebbe fatto conquistare anche lui dalla tua bontà seduttiva.

Vi lascio con la cosa più vicina a Fellini che ho fatto nella mia vita, un film ritratto sul ritorno sul set di Bruno Zanin, il Titta di Amarcord. Ah, non ricordatevi delle persone solo quando muoiono, Bruno Zanin è ancora vivo, lotta e combatte insieme a noi contro l’ignoranza, contro la superficialità e contro la stupidità di questa povera Italia. Torniamo ad ascoltare le magiche note di Nino Rota e immaginiamo Sandra che danza insieme a Fellini per ricordarci che la vita va vissuta con amore, tutti assieme.