C’è una linea storica ininterrotta che collega l’Europa che tollerò ottanta anni fa la Shoah contro gli Ebrei e quella che oggi sostiene apertamente il genocidio contro i Palestinesi attuato dal governo Netanyahu colle armi degli Stati Uniti e di altri Paesi occidentali, compresa l’Italia. Un’anima nera che si riproduce a distanza di quasi un secolo in circostanze storiche molto diverse ma basandosi su di un uguale ripudio di ogni sentimento di umanità, a prescindere da ogni elemento di identità etnica e religiosa ovvero di orientamento politico.

Davvero inquietante appare la circostanza che sia la Germania, Stato all’epoca responsabile, sotto il regime nazista, dello sterminio degli Ebrei, ma anche di meno noti crimini all’epoca del colonialismo in Namibia e altrove, la più acritica sostenitrice del diritto di Israele di massacrare la popolazione palestinese per assicurare la propria autodifesa, al punto da intervenire di fronte alla Corte internazionale di giustizia per sostenerne le motivazioni giuridiche del tutto inconsistenti e infondate. Tale atteggiamento – a mio avviso – davvero aberrante appare solo in parte riconducibile a una sorta di complesso di colpa. Se così fosse, del resto, sarebbe comunque un’aberrazione dato che la colpa per aver commesso un genocidio, attuato dal regime nazista ma colla partecipazione attiva o passiva della stragrande maggioranza della popolazione tedesca, non si può certo espiare avallandone un altro.

Anche l’Italia si trova in questi dolorosi frangenti ancora una volta dalla parte sbagliata della storia, tenendo bordone senza vergogna a genocidi, criminali di guerra e contro l’umanità. Anche in questo caso si può tracciare un certo parallelismo colle vicende di allora, dato che il regime fascista allora al potere, oltre che trascinare l’Italia in una guerra catastrofica, agì da ausiliare e sottopancia del genocida al comando. Come non vedere similitudini colla situazione attuale? Specie tenendo conto del fatto che il personale politico attualmente al governo risulta, volente o nolente, discendente di quello di allora.

Se è vero che il momento storico è totalmente diverso, vi è tuttavia un elemento di fondo comune nelle prese di posizione di oggi e di allora, tutte egualmente a favore di guerre e genocidi, due piatti orrendi del medesimo menù. Si tratta della strenua volontà di scendere in campo a sostegno di una certa idea di Occidente, caratterizzata dalla necessità di mantenere a qualsiasi costo il predominio mondiale in un mondo che sta cambiando in modo irreversibile. Un attaccamento a un predominio che giorno per giorno diventa irrimediabilmente più obsoleto, e che non potrà essere salvaguardato a suon di bombe e sterminii, neanche riducendo il pianeta intero a una sorta di immensa Gaza, popolata di macerie ed umanità abbandonata e sofferente.

Eppure è questo il senso profondo della recente chiamata alle armi dell’Ammiraglio Bauer, presidente del Comitato militare della Nato, il quale ha affermato che i civili devono prepararsi alla guerra totale colla Russia destinata inevitabilmente a scoppiare nel corso dei prossimi vent’anni. Un infame appello che si scontra ovviamente col naturale ripudio non solo della nostra Costituzione ma del novanta o più per cento del popolo italiano ma che trova il silenzio increscioso di quasi tutto il ceto politico, compresi non solo Meloni e Crosetto, impacciati ma obbedienti soldatini di latta agli ordini di Biden & C. ma anche di buona parte dell’insulso e caotico coacervo di potere e sottogoverno che risponde al nome di Partito democratico.

Non è del resto casuale il silenzio del governo italiano e della finta opposizione riguardo alla storica decisione del Sudafrica antirazzista di adire la Corte internazionale di giustizia per contrastare il genocidio del popolo palestinese in corso da tempo, a favore della quale si schierano ogni giorno nuovo Stati, compresi Stati europei come la Slovenia. Ancora meno comprensibile il silenzio delle autorità locali. Ci si chiede infatti perché il sindaco di Roma Gualtieri, zelante sostenitore delle ragioni dell’Occidente in Ucraina, non proferisca verbo a favore degli oltre trentamila civili Palestinesi, circa un terzo bambini, fino ad oggi impunemente massacrati da Israele.

Israele, sostenuto in questo dalla parte più retriva delle comunità ebraiche, continua nel frattempo a massacrare i Palestinesi, giocando come sempre spregiudicatamente la carta dell’antisemitismo col consenso dei veri antisemiti storici. Netanyahu pur di restare in sella sembra disposto a dare fuoco a tutto il Medio Oriente e al mondo intero. È peraltro evidente che non può prevalere sulla volontà di un intero popolo di resistere. Nei prossimi mesi assisteremo quindi senza dubbio alla dipartita di Netanyahu ed occorrerà rimettere in campo con forza un’ipotesi di pace con giustizia, contro i guerrafondai assassini e i loro servi nostrani.

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