Finestre aperte per 45 minuti, anche se fuori gela, e attenzione al telefonino. Sono questi i consigli per contrastare le conseguenze del freddo annunciato dai bollettini meteo e prepararsi a limitare il rischio di malanni stagionali per i bambini. A suggerirli il pediatra Italo Farnetani che invita, fra le altre cose, a fare attenzione a sottovalutate fonti di contagio. “Con l’arrivo del freddo previsto per il weekend del 20 e 21 gennaio sono tre i consigli per i genitori. Sono semplici contromisure a cui spesso non si pensa. Anzi, talvolta si fa proprio il contrario – spiega all’Adnkronos Salute il professore ordinario di pediatria dell’Università Ludes-United Campus of Malta – Organizziamoci invece per convivere con il freddo evitando di favorire la diffusione delle malattie”. La linea guida che deve diventare un ‘faro’ per le famiglie? “È che non è il freddo cioè le basse temperature a far ammalare – rassicura Farnetani – La maggior possibilità di contagio si ha quando si sta in ambienti chiusi“. Il vero nemico, nei fatti, potremmo dunque essere noi, più che la colonnina al mercurio in discesa libera.

Da qui quelli che Farnetani definisce “tre consigli d’oro”. “Il primo è che, anche quando è molto freddo, le finestre delle stanze vanno aperte”, ribadisce. La durata giusta di ventilazione? “Almeno 45 minuti al giorno – stima il pediatra – per allontanare sia l’aria ‘riciclata’ che gli agenti infettanti. Teniamo presente che ogni persona nell’arco di una giornata attraverso la respirazione via naso-bocca utilizza – perciò ‘inquina’ – l’equivalente dell’aria contenuta in una stanza di 3 metri per 3”, calcola. “Serve pertanto aria pulita e soprattutto quella proveniente dall’ambiente esterno proprio grazie all’apertura delle finestre”. Un’operazione che consente anche di “umidificare”. Ed è importante, assicura l’esperto, perché “l’aria secca determinata dai riscaldamenti tiene in alto le particelle di polvere cariche di agenti infettivi, mentre l’area umida appesantisce le particelle di polvere e di conseguenza queste cadono al suolo e non possono essere più inspirate”.

Il secondo suggerimento dell’esperto è “di stare all’aria aperta, anche quando fa freddo. È bene portare i bambini nei parchi pubblici soprattutto nelle ore centrali della giornata quando ci sono gli effetti benefici dell’aria pulita e della luce, e le temperature sono, nel centro della giornata, le meno basse”. Infine, il terzo consiglio: “Si sa che nelle malattie respiratorie invernali, soprattutto trasmesse dai virus, il contagio avviene attraverso l’aria respirata – dice Farnetani – in particolare attraverso gli starnuti. È così che i patogeni possono passare da una persona all’altra. Meno conosciuta però è la trasmissione, altamente pericolosa ugualmente, che avviene attraverso le secrezioni del naso e degli occhi. Torna pertanto sempre utile lavarsi le mani, ma bisogna fare attenzione anche ai fazzoletti sporchi, e alle superfici che possono essere toccate dalle mani contaminate dalle secrezioni di naso e occhi”. “È dunque opportuno ogni tanto disinfettare tavoli e sedie, per esempio, e tutti quegli oggetti che si potrebbero ‘infettare’. Attenzione in particolare a scambiarsi i cellulari – conclude il pediatra – oltre a evitare di stringersi le mani o baciarsi” quando si è sintomatici. “Ricordiamo che da ora fino alla fine di febbraio, fase in cui si concentrano le più rigide temperature dell’anno, si ha la maggior diffusione dei virus respiratori”.

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