Botta e risposta a Dimartedì (La7) tra Pier Luigi Bersani e Massimo Magliaro, ex braccio destro di Giorgio Almirante e presidente della Fondazione intitolata al leader del Msi.
Il dibattito verte sulla destra al governo sulla quale Bersani osserva: “Non confondiamo questa nostra destra con le destre improvvisate che spesso sono venute fuori nel mondo. Certo, anche la nostra destra ha fruito di questa ondata mondiale, ma è diversa perché ha un retroterra culturale e politico da cui non può staccarsi. E questo retroterra viene dal fatto che questa destra non ha condiviso la Costituzione. Punto”.

Magliari replica: “Non è proprio così. Nella Costituente hanno lasciato tracce molto importanti grandi personaggi che hanno condiviso una impostazione derivata dalla cultura politica del periodo fascista. Hanno seminato gli articoli più importanti della Costituzione, cioè quelli riguardanti la creazione dei sindacati e il diritto di sciopero, tutta roba che è figlia della cultura corporativa. A lei non può piacere, ma i contratti di lavoro nascono da quella cultura precedente”.
E aggiunge: “Dire che la Costituzione è antifascista vuol dire rinnegare una parte molto importante dei contenuti della Costituzione, che può essere antifascista nell’etichetta, ma dal punto di vista dei contenuti non è affatto così”.

Bersani risponde: “Io posso riconoscerle che non tutto quello che la cultura corporativa ha prodotto o anche immaginato e ideato sia stato buttato via del tutto. Questo non posso dirlo. Ma che lei mi venga a dire che la Costituzione, che nasce direttamente dai partiti e dalle forze politiche che hanno combattuto il fascismo, non sia antifascista in tutti gli articoli della Costituzione… Oggi non lo scriveremmo, ma l’articolo 3 parla di ‘razze’. Cosa intende? Chi ha fatto le leggi razziali?“.

Qualche minuto dopo le scintille riesplodono quando Bersani, anche in riferimento alle difficoltà recenti di Ignazio La Russa, di Claudio Lotito e di Gennaro Sangiuliano di dirsi antifascisti, commenta: “Vediamo che succede il 25 aprile”.
“Poi passeremo al Primo Maggio – sbotta Magliaro. Gli esami non finiscono mai,”.
“Guardi che possono finire subito”, ribatte l’ex ministro.

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