La richiesta di un’informativa urgente del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini in Parlamento in merito agli sviluppi dell’inchiesta sulle commesse Anas che coinvolge Tommaso Verdini (ai domiciliari) e suo padre Denis (indagato) ha provocato scintille in Aula alla Camera. A richiedere i chiarimenti al leader della Lega e vicepremier è stato il deputato del Movimento 5 stelle Federico Cafiero de Raho e poi anche la dem Deborah Serracchiani e il deputato di Verdi-Sinistra italiana Angelo Bonelli. A loro ha replicato duramente il deputato di Azione Enrico Costa. Per il calendiano – autore dell’emendamento-bavaglio che vieta la pubblicazione letterale delle ordinanze di custodia cautelare – la Camera dei deputati “non è un tribunale”, pertanto non bisogna “portare avanti lo schema delle informative a gettone”. Per Costa, quindi, non esiste alcuna implicazione politica da chiarire sulla vicenda nonostante Matteo Salvini sia il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti (cioè il dicastero di riferimento per l’Anas e gli appalti della stessa) ma allo stesso tempo anche cognato di Tommaso Verdini e genero di Denis, essendo da anni il compagno di Francesca Verdini. Non solo, nelle carte è menzionato più volte anche Federico Freni (non indagato), esponente di spicco della Lega di Salvini, oltre ad altri aspetti non poco imbarazzanti presenti in una intercettazione e nell’ordinanza di custodia cautelare.

Il ricorso allo strumento – La legittima richiesta di un’informativa urgente però, per Costa, è tutt’altro che logica. L’informativa urgente è uno degli strumenti a disposizione dei parlamentari per controllare l’operato del governo o dei membri dello stesso, che concede la possibilità di richiedere la presenza in Parlamento del presidente del Consiglio o di un ministro per dare chiarimenti su un tema specifico. Non era uno strumento previsto dai regolamenti di Camera e Senato ma nel corso degli anni è divenuta prassi consolidata il ricorso alle informative urgenti. E non è certo la prima volta che dei parlamentari ne fanno richiesta dopo le notizie relative a un’inchiesta giudiziaria.

Quando l’informativa era richiesta da Costa – L’ha richiesta, addirittura, proprio lo stesso Enrico Costa il 4 maggio del 2021. Da pochi giorni i giornali scrivevano dell’apertura di un fascicolo da parte della procura di Perugia sui verbali di Amara e la presunta “loggia Ungheria”. “Le vicende del Csm hanno cittadinanza sui giornali e in tv ma in Parlamento c’è un silenzio tombale. Nel mezzo dell’esame della riforma della Giustizia leggiamo di corvi, veline e di carte che finiscono dai tribunali ai membri del Csm e quindi ai giornalisti. Leggiamo che il ministro Cartabia se ne sta occupando, ma chiediamo che renda una informativa urgente in Parlamento”. Chiedeva dall’aula della Camera Enrico Costa e alla sua richiesta si associavano anche deputati di quasi tutti i partiti.

2001, caso Telekom Serbia – Ma a chiedere l’informativa urgente dopo arresti o inchieste sono stati un po’ tutti i partiti italiani, di qualsiasi estrazione. Andando indietro nel tempo, a fine febbraio del 2001 il presidente dei deputati di Alleanza nazionale, Gustavo Selva, formalizzava al presidente della Camera Violante la richiesta di mettere all’ordine del giorno del giorno successivo un’informativa urgente del governo sulla vicenda dell’acquisto di Telekom Serbia. Proprio quel giorno l’Ansa annunciava un vertice della Procura di Torino che dava il via all’indagine: ”Il Parlamento – scriveva Selva – non può essere tenuto all’oscuro di una vicenda sulla quale non è possibile che i membri del governo, in particolare il ministro degli Esteri Dini, chiamati in causa rispondano con interviste alla stampa”.

2007, vicenda Unipol – Il 25 maggio del 2007 era la Casa delle Libertà che andava all’attacco sulla vicenda Unipol-Visco-Guardia di Finanza. Il centrodestra, quel giorno, protestava per la decisione del governo di non fornire alcuna ”informativa urgente” alla Camera. ”Prendiamo atto che Prodi è in fuga, ma se scappa dalla Camera difficilmente potrà sottrarsi al confronto in Senato”, affermava il vice coordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto. L’allora capogruppo di Alleanza nazionale, Ignazio La Russa, ironizzava su un ”Prodi specialista della fuga”, mentre
Maurizio Gasparri accusava il governo di voler ”insabbiare lo scandalo Visco”.

2015, “Mondo di mezzo” – Nel giugno del 2015 poco dopo gli arresti relativi all’inchiesta che verrà denominata “Mondo di mezzo” il Movimento 5 stelle ed altri chiedono un’informativa urgente al Governo di Matteo Renzi. Forza Italia, Fratelli d’Italia e M5s, contestavano la scelta di fare riferire in Aula il ministro della Giustizia Andrea Orlando al posto dell’allora premier. “Renzi scappa dal Parlamento”, tuonava il capogruppo di Fi Renato Brunetta.

2016, inchiesta petrolio – Ad aprile 2016 era Arturo Scotto, capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana, a inviare una lettera alla presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, per attivarsi affinché il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, rendesse un’informativa urgente in Parlamento. L’argomento questa volta era l’inchiesta della procura di Potenza sullo smaltimento di rifiuti nell’impianto Eni di Viggiano, che vedeva indagato il compagno dell’allora ministra Federica Guidi. Ministra mai indagata ma che si è dimessa subito dopo.

2016, inchiesta Consip – A fine dicembre il Movimento 5 stelle annuncia la richiesta di un’informativa del governo sulla vicenda Consip, all’indomani dell’interrogatorio dell ministro dello Sport Luca Lotti: “L’inchiesta mette un’ombra inquietante sia sul governo Renzi che su quello Gentiloni. Riteniamo importante che lo stesso esecutivo informi il Parlamento chiarendo tutti gli aspetti che lo riguardano”, affermavano i capigruppo M5S alla Camera e al Senato Vincenzo Caso e Michela Montevecchi.

2019, Lega fondi russi – A luglio del 2019 i senatori del Partito democratico hanno presentato una richiesta di un’informativa urgente al governo Conte sui presunti finanziamenti russi alla Lega. Richiesta attivata poco dopo l’inizio delle indagini della Procura di Milano.

2021, arresto Biot – A pochi giorni dall’arresto per spionaggio dell’ufficiale della Marina italiana, Walter Biot, il 3 aprile del 2021 è l’attuale presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, da presidente di Fratelli d’Italia a chiedere l’informativa urgente al governo: “Il Presidente del Consiglio Draghi riferisca subito in Parlamento sul caso Biot”, diceva. “Come Fratelli d’Italia abbiamo già inviato la richiesta di informativa urgente ai presidenti delle Camere Fico e Casellati, ma non abbiamo ricevuto risposte. Serve chiarezza immediata su una vicenda che tocca la sicurezza nazionale e la difesa dei nostri interessi”, dichiarava Meloni.

2023, caso Santanchè – Ultima in ordine di tempo è la richiesta dello scorso luglio di tutti i gruppi parlamentari di opposizione di un’informativa urgente della ministra del Turismo Daniela Santanchè in relazione alle vicende riguardanti la sua attività professionale e imprenditoriale. Tra l’altro ad aprire alla richiesta di chiarimenti della ministra erano stati poi anche gli stessi alleati di Lega e Forza Italia.

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