Come purtroppo da me ampiamente previsto, la Procura Generale della Cassazione (dr Luigi Giordano) propone la restituzione di ben 220 milioni di euro ai Pellini, riconosciuti autori della strage per disastro ambientale da sversamento da rifiuti tossici all’interno del Comune di Acerra, sede tra l’altro a partire dal 2009 anche del più grande inceneritore di Italia (che vogliono ulteriormente ingrandire) per ineludibili vizi procedurali.

Come sia stato possibile che uno Stato di diritto e che si professa democratico abbia potuto permettere nei decenni trascorsi che una piccola ditta di un piccolo comune di non oltre 60mila abitanti abbia indisturbatamente accumulato un profitto così eccezionale con il turpe commercio di rifiuti tossici nel proprio territorio ha sinceramente dell’incredibile e fa letteralmente sparire, per le conseguenze numeriche di questa autentica “strage degli innocenti”, persino le bibliche risonanze della strage che in questi giorni il Vangelo ci ricorda.

Sono stato testimone e perito di parte dell’accusa nel Processo che con sacrifici eccezionali, competenza eccezionale e tenacia eccezionale il pm dell’epoca, Cristina Ribera, riuscì a concludere con condanne che hanno fatto storia nello scarno ma atroce panorama dei disastri ambientali italiani, tra i quali Acerra adesso brillerà incontrastata nei secoli dei secoli per la colpevole ignavia sino alla complicità in strage dell’intero Stato italiano in tutte le sue articolazioni.

Al processo risultò infatti che non erano stati i Pellini a chiedere di sversare i rifiuti tossici ad Acerra, ma funzionari infedeli del Comune di Acerra a chiedere ai loro concittadini Pellini di risolvere rapidamente i loro problemi con il corretto smaltimento dei rifiuti. Al Processo infatti risultò ancora che tutti i cittadini acerrani che a rischio della vita facevano le ovvie e necessarie denunzie ai Carabinieri venivano non ascoltati ma pure arrestati dai Carabinieri, in quanto anche tra i Carabinieri di Acerra purtroppo figuravano parenti diretti e complici degli imprenditori criminali che sversavano.

Al termine del Processo, che dimostrò grazie anche alle nostre testimonianze che la strage degli innocenti era ancora in atto come proprio in questi giorni è stato confermato ancora dal registro tumori della Asl 2 (periodo 2016-2018, con sversamenti ormai risalenti agli anni Novanta ma che tranquillamente continuano indisturbati ancora oggi, come mi è stato confermato da cittadini acerrani presenti alla nostra conferenza stampa di chiarimento su cosi tragici e silenziati dati epidemiologici) fui ringraziato da alcuni a me sconosciuti cittadini presenti tra le file degli amici degli imputati.

Vedendomi palesemente turbato da ringraziamenti che di solito nel linguaggio camorristico costituiscono esplicita minaccia di morte (come mi fu poi confermato de visu da Carmine Schiavone prima della sua stessa misteriosa morte, testimone oculare padre Maurizio Patriciello), quegli stessi cittadini mi rassicurarono, come fece poi Carmine Schiavone, garantendomi che erano ringraziamenti sinceri perché io ero stato l’unico medico a spiegare loro bene perché avevano provocato una strage tra i loro stessi figli con i loro comportamenti ambientali criminali, “perché anche loro ci vivevano ad Acerra!”. Per tale motivo io ero degno del loro rispetto e non sarei stato preso di mira.

Lo Stato italiano in tutte le sue articolazioni, al contrario, in tutti questi ultimi anni non mi è stato per niente grato per il mio impegno professionale e civile sempre gratuito, e oggi completa la sua colpevole ignavia assassina addirittura restituendo il frutto economico della “strage degli innocenti” ancora in atto ad Acerra, strage che lo Stato insieme ai media di regime ancora tace e nega completamente!

Considerando che non certo la Regione Campania, ma la Ue con l’Agenzia dell’Ambiente certifica oggi (2023) che per il solo inquinamento dell’aria negato in Campania muoiono in maniera evitabile e non evitata non meno di dodici cittadini campani al giorno, di cui non meno di 4 nella sola Provincia di Napoli e senza considerare il disastro ambientale certificato per Acerra, unico comune campano ad avere questo marchio di infamia, ne viene conseguenza matematica – considerando le affermazioni del pm Cristina Ribera secondo cui senza bonifiche la strage è ancora in atto dopo non meno di 30 anni, come certificato oggi ancora dalla Asl 2 – che oggi vengono offesi e di nuovo uccisi non meno di 40mila cittadini tra Acerra e zone limitrofe che hanno pagato con la vita l’ignavia e la ormai palese collusione tra Stato e camorra in questo disastro ambientale di Terra dei Fuochi, il più grave e il più negato di Italia.

Oggi tra stragi degli innocenti in Ucraina, Gaza e Acerra io mi rifiuto anche di fare il presepe a casa mia, in questo tragico Natale 2023 dominato dal pandoro Balocco-Ferragnez nell’assoluto silenzio dei media di regime dello Stato di una così grave e così negata strage degli innocenti ancora pienamente in atto ad Acerra. Questo Natale 2023 resterò disperato a piangere il mio infinito dolore per i non meno di 40mila morti ormai certificati causati non solo da chi ha materialmente sversato, ma soprattutto da chi continua a negare e a tacere le conseguenze mortali dello sversamento di rifiuti tossici nella costante assenza di qualunque tipo di bonifica minimamente efficace.

Acerra oggi conta circa 59mila abitanti ancora vivi e non mi interessa proprio nulla se queste mie parole mi porteranno alla morte causata da emissari di Erode (Stato), anche se non dai camorristi diretti esecutori. Lo Stato italiano in Campania, in tutte le sue articolazioni, con il silenzio di regime sui dati epidemiologici uccide, con il colpevole ritardo nei Processi uccide, con l’assenza di bonifiche uccide e non certo meno dei camorristi che finge di combattere. Se esiste un Dio intervenga!

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