La notizia che scuote il mondo della sanità piemontese è di quelle destinate a durare nel tempo, producendo fiumi di inchiostro e paginate a non finire: il Collegio dei revisori dei conti delle Molinette presenta un esposto alla Magistratura, contabile e ordinaria, in cui segnala una poco trasparente e veritiera formulazione/gestione dei bilanci, gravati da crediti scaduti e mai incassati, comprese le quote di libera professione dei medici dell’ospedale. Per ridurre il disavanzo, sono stati iscritti a bilancio crediti ormai prescritti o inesigibili.

L’inchiesta è partita, le responsabilità saranno accertate e i danni quantificati dalle magistrature. Ovviamente nell’occhio del ciclone il direttore generale Giovanni La Valle. In tempi non sospetti avevo già parlato di lui come protagonista di vicende davvero poco edificanti. Avevo denunciato la sua inadeguatezza a svolgere l’incarico di Direttore generale della AOU CSST, la più grande azienda ospedaliera universitaria del Paese, con problemi gestionali, economici e finanziari che risalgono a prima del suo arrivo. Lui ha la responsabilità di non aver fatto nulla per risolverli. Il post, “Il commissario straordinario degli ospedali è una vecchia conoscenza” è di quasi quattro anni fa e contiene anche il resoconto delle sue prodezze.

Ecco qualche dato indicatore del disastro annunciato, ottenuto dal raffronto con una struttura analoga, il Sant’Orsola Malpighi di Bologna. Molinette: 2200 posti letto (SO Malpighi 1535), 9500 dipendenti (SO Malpighi 6807), rapporto dipendenti/posto letto praticamente identico 4,31 delle Molinette contro 4,4 del SO Malpighi. Poi arriva la mazzata: la Regione Piemonte trasferisce alle Molinette ben € 156.144 per posto letto contro i 86.539 euro della Regione ER, poco più della metà e per prestazioni analoghe. Difficile spiegare in modo semplice questa voragine economica, resta il dato di un’azienda che sarebbe già fallita da tempo se non intervenisse ogni anno la Regione a ripianare almeno in parte la situazione debitoria, sottraendo risorse al resto della sanità piemontese.

Se, per esempio, la Regione avesse calcolato i trasferimenti alle Molinette con lo stesso criterio con cui ha determinato quelli all’AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano (TO), per le Molinette il passivo sarebbe aumentato di oltre 132 mln di euro; stessa storia comparando i trasferimenti con quelli all’AOU Maggiore della Carità di Novara, deficit delle Molinette saliva di oltre 143 milioni (tutti i dati sono del 2021). Si potrebbe continuare analizzando strutture sanitarie fuori dalla Regione, ma mi fermo qua. Basti dire che, sulla base dei dati del consuntivo 2021, l’AOU CSST (Molinette) ha la maglia nera italiana nel rapporto tra fatturato per prestazioni effettuate e contributi ricevuti. Colpevoli: Cirio, presidente della Regione, Icardi, assessore della Sanità. Se non loro, chi?

La situazione “colabrodo” tuttavia era già ben nota quando a governare il Piemonte era il centrosinistra, con Chiamparino al vertice e Saitta alla Sanità. Alle prese con la Finanziaria 2016 che commissariava tutte le regioni con un deficit della spesa sanitaria superiore al 7%, furono costretti anche loro a intervenire presso le Aziende sanitarie perché operassero dei piani di rientro. Così la Regione ottenne dalla Fondazione Bancaria San Paolo – Chiamparino ne era stato Presidente fino al 2014, prima di essere eletto presidente – un cospicuo stanziamento per migliorare la sanità piemontese per il triennio 2017/19, ben 12 milioni. Sempre la Regione decise di utilizzarne una parte per reclutare gli advisor necessari per applicare il piano di efficientamento varato da Zanetta, predecessore di La Valle.

L’8 luglio 2019 la gara per l’incarico di advisoring viene aggiudicata a un raggruppamento formato da KPMG, Università Commerciale Luigi Bocconi, e Studio Associato Consulenza Legale e Tributaria per un importo di € 4.826.076 (ribasso del 34,07% sulla base d’asta). A questi costi vanno aggiunti quelli relativi all’incarico di Direttore dell’Esecuzione del Contratto (DEC), previsti per un totale di € 222.040. Dunque, l’efficientamento delle Molinette arrivava a costare € 5.0458.116.

In un post del 7 luglio 2020 ho raccontato con dovizia di particolari questa storia, ma mai avrei immaginato di dover aspettare tre anni e mezzo per venire a conoscenza del un suo epilogo, seppur parziale. Il contesto del post non permette una trattazione più approfondita, forse più oggetto di una relazione di periti che di un racconto. Ma alcune domande sorgono spontanee:

1) Se i revisori dei conti, in carica da un anno, denunciano oggi la situazione alla Magistratura (contabile e ordinaria), che cosa hanno fatto i loro predecessori? Non si erano accorti di nulla?

2) Gli advisor, il cui incarico è terminato e (immagino) liquidato, che cosa hanno fatto? In pratica, intendo.

3) L’Università viaggia sottotraccia. Sembra che non sia affar suo. Invece rappresenta esattamente la metà del problema. Neanche il Magnifico Rettore Geuna, che pure viene dalla Facoltà di Medicina, si è accorto di nulla, magari perché troppo occupato a non vedere studenti e docenti manganellati dalla polizia?

4) Il Pd e i minori, all’opposizione in Regione, non potevano non sapere. Che cosa hanno fatto in tutto questo tempo, magari per dimostrare che servono a qualcosa prima che intervenga la magistratura?

5) Il M5S qualcosa ha fatto, senza alcuna efficacia. Si sta interrogando sul perché?

6) La scomparsa del giornalismo di inchiesta in Piemonte è segno di maturazione della democrazia o indice dell’inutilità di giornali fatti di veline?

Una buona notizia da dare ce l’ho: in pochi giorni, 250 medici che non restituivano all’ospedale la quota di incasso per le visite in intramoenia dovuta, hanno cominciato a pagare per sperare di non essere denunciati per peculato. Sono entrati 300mila euro, e siamo solo all’inizio.

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