Il sindaco di Modena, Giancarlo Muzzarelli, eletto nelle file del Pd, ha avuto la brillante idea di celebrare il Santo Natale, festività tradizionalmente dedicata all’amore fraterno tra gli esseri umani, installando un carro armato con tanto di bandiera israeliana in una delle piazze della sua città, mentre continua lo sterminio dei palestinesi, bombardati e fatti morire di stenti a decine di migliaia a Gaza; e perfino Tajani condanna l’uccisione a sangue freddo di due donne dentro una parrocchia da parte di un cecchino dei nazisionisti genocidi. La libertà dell’arte e fuffa del genere evocata a sproposito da qualche imbecille non c’entrano ovviamente nulla.

È altresì evidente che Elly Schlein, impaniata com’è nel buco nero che risponde al nome di Partito democratico, non riuscirà a pronunciare una chiara e netta condanna dell’insano gesto compiuto dal sindaco di Modena. Sarebbe tuttavia interessante frugare nella psiche di quest’ultimo per capire fino in fondo cosa lo abbia spinto a santificare la massima festività cristiana, che da sempre ispira a chiunque, anche ai peggiori criminali e serial killer, pensieri di pace e riconciliazione, celebrando uno strumento di morte e collocandolo nel bel mezzo di una città un tempo democratica e antifascista.

Da escludere, anzitutto, la spiegazione più facile, e cioè che l’evento sia stato sponsorizzato e finanziato da qualche azienda appartenente al complesso militare-industriale. Se è infatti fin troppo noto che troppi sindaci e amministrazioni comunali sono disposti a tutto pur di arraffare risorse finanziarie, privatizzando ogni bene e ogni attività e rinunciando per qualche piatto di lenticchie ad esercitare le funzioni amministrative e normative relative all’uso del territorio, non risultano iniziative in questo senso da parte di Leonardo e simili. Si tratterebbe quindi di una spontanea e gratuita pulsione di morte liberamente fuoriuscita dagli organi deliberanti addetti all’addobbo natalizio della città.

Ma quali sono le origini di una simile orrenda pulsione? Dobbiamo purtroppo scartare eventuali fattori di portata esclusivamente individuale e personale. Le radici sono politiche e risiedono nell’innaturale abbraccio che le sedicenti élite di finto governo e di finta opposizione hanno voluto da tempo stringere colla testa putrida e malata dell’Occidente, in crisi irreversibile e in definitivo declino. Un abbraccio che ha relegato il nostro Paese dalla parte sbagliata della storia, costringendoci, volenti o nolenti, ad appoggiare gli insensati massacri in corso nel mondo. Alla base di questa situazione ci sono gli interessi economici e politici della principale potenza dell’Occidente, la quale in evidente crisi di egemonia e di competitività ricorre allo strumento militare, l’unico rispetto al quale possa ancora vantare una netta superiorità. La scelta della guerra, in Ucraina come in Palestina come altrove, risponde in altri termini ad esigenze profonde del sistema imperialistico occidentale in crisi.

Ma anche noi siamo Occidente e questa scelta scellerata danneggia in modo plateale e massiccio anche gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione, in Italia come in Europa come negli stessi Stati Uniti. Da ultimo, la scelta di accogliere uno Stato fallito perché diretto da un regime corrotto, antidemocratico e con evidenti sfumature nazifasciste come l’Ucraina dentro l’Unione europea ci porterà a sostenere un prezzo inaccettabile, in termini non solo economici e finanziari ma anche politici e di civiltà, dato che la Nato, pur prendendo atto della sua inevitabile sconfitta sul campo militare, appare estremamente determinata a mantenere un fronte bellico permanente in Ucraina e a scavare sempre più un fossato incolmabile colla Russia. Così pure l’appoggio criminale al governo di Netanyahu impegnato nell’attuale genocidio del popolo palestinese, decretato dagli Stati Uniti che per ben due volte hanno impedito l’adozione da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di una risoluzione che imponesse finalmente il cessate il fuoco, è stato fatto proprio dalle indegne élite europee ed italiane.

Queste sono le radici ideologiche e politiche del carro armato natalizio schierato dallo sconsiderato sindaco piddino sulla piazza di Modena. E occorre capire fino in fondo come il Pd, al di là degli incoerenti farfugliamenti di Elly Schlein, impegnata nell’impossibile compito di salvare capra e cavoli dando un colpo al cerchio e uno alla botte, sia parte integrante di un sistema guerrafondaio che non comprende solo la destra, e si pone in irriducibile contraddizione coll’art. 11 della Costituzione repubblicana e coi sentimenti profondi del popolo italiano che vuole pace con giustizia per tutti e lo sviluppo di una cooperazione a 360 gradi con tutti gli Stati per risolvere i complessi e difficili che l’umanità ha oggi di fronte.

Ciò impone ovviamente compiti enormi alle forze dell’alternativa, prima fra tutte Unione Popolare, che deve superare i suoi defatiganti dibattiti interni e proiettarsi con maggiore incisività sulla scena politica.

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