I sovranisti americani e mondiali hanno ufficialmente il loro nuovo idolo. Elon Musk è salito sul palco di Atreju, la festa di Fratelli d’Italia, e con ciò che ha detto ha sgombrato il campo da ogni dubbio circa la sua appartenenza politica: Musk è di destra. Non il centrodestra, ma la destra sovranista, quella di Giorgia Meloni e Donald Trump.

Di singoli episodi che hanno scatenato nei confronti di Musk gli attacchi dell’ala democratica (nel senso di Partito democratico) della politica, della stampa e delle aziende statunitensi ce ne sono stati molti nel tempo. L’ultimo riguarda il suo endorsement ad un tweet antisemita, che gli è costato la sospensione di alcuni accordi pubblicitari molto importanti su X, da parte di big come Ibm, Apple e Disney. La Casa Bianca ha definito il tweet una “ripugnante promozione dell’antisemitismo e dell’odio razzista, contraria ai nostri valori”. Musk poi si è scusato, ma ha continuato a criticare gli inserzionisti in fuga.

Sempre per alcuni suoi tweet, l’uomo più ricco del mondo fu accostato ai trumpiani, come quando diffuse una fake news sull’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 e quando attaccò i lockdown.

Più dei singoli tweet di Musk, è però la gestione stessa che fa della sua piattaforma X (ex Twitter), ad essergli costata l’affiancamento con la destra radicale. Dopo aver acquistato Twitter per “difendere la libertà di espressione” – concetto ripetuto a Roma – ha reintegrato Donald Trump, che dal social era stato espulso a seguito della sua polemica sulle elezioni rubate. Una settimana fa ha inoltre annunciato il ripristino dell’account di Alex Jones, il podcaster trumpiano, presente al corteo dal quale partì l’assalto al Campidoglio e teorico della cospirazione. Le sue teorie del complotto lo hanno portato a subire una condanna ad un maxi-risarcimento da quasi 1 miliardo di dollari per i familiari delle vittime della strage alla scuola elementare di Sandy Hook, che aveva definito una “bufala” del governo.

Gli indizi di una simpatia di Elon Musk per la destra erano quindi già molti. Mai, però, fino ad oggi, l’imprenditore miliardario si era esposto così nettamente, con una serie di dichiarazioni di destra, con una chiarezza che non lascia più alcuna possibilità di interpretazione, come ha fatto alla festa del partito di Giorgia Meloni.

Un pallino di Musk nei confronti del nostro Paese è quello del crollo demografico. Prima il 24 maggio del 2022 con un tweet, aveva avvisato “«L’Italia non avrà più abitanti di questo passo». Circa un anno dopo, ad aprile 2023 commentando i dati Istat sulle nascite, aveva ribadito “L’Italia sta scomparendo”. A Giorgia Meloni, due mesi dopo, parlerà di persona proprio del problema della natalità in Italia. Non sorprende quindi che arrivato in Italia, l’imprenditore abbia voluto iniziare la sua intervista con Nicola Porro proprio dal tema delle nascite, introducendolo in modo non verbale, salendo sul palco con in braccio uno dei suoi 11 figli.

Musk ha spiegato che secondo il suo punto di vista l’avanzamento della civiltà umana passa dalla natalità, dunque quello di fare più figli è il consiglio che dà ai leader e agli esseri umani. Senza un numero di nascite sufficiente, la popolazione scomparirebbe, ha spiegato. Questo è il primo messaggio che ha lanciato, totalmente in linea con l’ideologia della destra conservatrice, ottenendo così un facile applauso dalla platea.

Porro coglie la palla al volo e sposta l’argomento su un tema più scottante. Il giornalista chiede l’opinione di Musk sull’immigrazione come soluzione al problema dello spopolamento di un Paese. Musk dà nuovamente soddisfazione al popolo della destra. Spiega che il crollo delle nascite che segue l’industrializzazione di un Paese non può essere colmato dagli immigrati, e lancia un messaggio nazionalista: “L’Italia è il popolo italiano”. Musica per le orecchie del ministro Lollobrigida, che mesi fa metteva in guardia dalla “sostituzione etnica” come soluzione alla denatalità.

Sul termine dell’intervista Elon Musk tornerà sul tema, promuovendo l’immigrazione legale e condannando senza mezzi termini quella clandestina.

Se qualcuno vedeva ancora in Musk qualcosa di sinistra, essendo lui il patron di Tesla, promotore “con le azioni, non con le parole” – come ha sottolineato a Roma – della tutela dell’ambiente, sarà rimasto deluso. L’imprenditore ha dichiarato che “il movimento ambientalista è andato troppo lontano, iniziando a guardare l’umanità come un male”. Mentre lui, come ha ribadito più volte, è un sostenitore dell’umanità e ha come obiettivo quello di renderla multiplanetaria. Ha inoltre detto che il petrolio non va demonizzato perché servono ancora decenni per diventare sostenibili.

Porro ha poi saputo toccare un nervo scoperto di Musk, quello della mentalità woke, portandolo a sferrare un duro attacco alla sinistra radicale americana. L’ideologia woke critica le ingiustizie sociali, in particolare riguardo a questioni di razza, genere e altre forme di discriminazione. Chi segue l’ideologia woke però si spinge oltre la critica, cercando di promuovere l’inclusione attraverso la sensibilizzazione e la trasformazione delle istituzioni, delle aziende e dei loro prodotti.

Esempi noti degli effetti di questa ideologia sono i remake di vari film con protagonisti bianchi, che vengono rifatti da attori di colore, anche quando questo contraddice la storia reale dei fatti raccontati o tradisce i testi originali dei romanzi che ispirano le pellicole. In altri casi, vengono introdotti personaggi omosessuali oppure si cambiano gli eroi in eroine. Musk ha definito questa ideologia come “un virus, un messaggio d’odio anziché un messaggio d’amore”, da cui Disney e Commissione europea sono affette. Questo virus secondo Musk è stato creato da “pazzi di estrema sinistra nei college americani e ora si sta diffondendo in tutto il mondo”.

Perché tanto disprezzo per la corrente woke? Perché Musk avrebbe rotto con suo figlio proprio a causa di questo “virus della mente”. Nel 2022, il figlio 18enne di Musk, Xavier ha espresso un profondo disprezzo per il padre e ha dichiarato: “Non desidero essere imparentato con il mio padre biologico in alcun modo o forma”. Xavier è oggi un transgender e ha cambiato il nome in Vivian Jenna Wilson. Per Musk, come riporta il Daily Mail, la rottura con Vivian, è stata “il dolore più grande dopo la morte del suo primogenito”, deceduto per una malattia genetica. A seguito della vicenda, in occasione della sua biografia scritta da Walter Isaacson, Musk parlò per la prima volta della sua teoria secondo cui nelle scuole d’élite americane si viene indottrinati all’ideologia woke. “Mia figlia è diventata una comunista, pensa che chiunque è ricco sia una persona malvagia”, ha detto, attribuendo l’atteggiamento politico di Vivian all’“educazione marxista” da lei ricevuta nella costosa scuola privata da 50mila dollari di iscrizione all’anno.

Leggendo la biografia di Musk viene da pensare che proprio questa vicenda personale lo abbia spinto ideologicamente tanto a destra.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha messo a segno un grosso punto riuscendo a portare fisicamente Elon Musk alla festa del suo partito. Aveva evidentemente notato un’affinità ideologica profonda durante le conversazioni con lui e poteva essere certa che, dal palco, il celebre imprenditore non avrebbe detto nulla di imbarazzante per lei. Al contrario, il servizio reso da Musk a Meloni e Fratelli d’Italia è stato impagabile: ha rilanciato importanti messaggi tipici della destra sovranista, come quello dell’aumento delle nascite, della difesa dell’etnia italiana, dello stop all’immigrazione clandestina, dell’importanza delle fonti fossili di energia, dell’anticomunismo e dell’ipocrisia dell’ideologia woke. Di più, la premier, non poteva chiedere.

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