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Il principe Harry perde la causa contro il Mail on Sunday: dovrà pagare 50 mila sterline per le accuse di diffamazione non provate

Tutto ha origine da un articolo pubblicato dal quotidiano domenicale nel febbraio 2022 e si inserisce nella grande guerra ingaggiata da Harry contro la stampa

di Antonella Zangaro

Decisamente un periodo no per il principe Harry. Dopo l’effetto boomerang del libro pubblicato da Omid Scobie, “biografo” non ufficiale dei duchi del Sussex, che gli è costato amicizie e l’invito per il pranzo di Natale in famiglia, ora gli tocca anche pagare 48.447 sterline (quasi 60.000 euro) al quotidiano (e acerrimo nemico) Mail on Sunday. La decisione arriva dal giudice che ha rigettato le richieste dei legali del 39enne duca del Sussex di chiudere il caso senza andare a processo e per questo ha condannata il principe a pagare le spese legali dell’editore che aveva accusato di diffamazione ed “inaccuratezza”. Tutto ha origine da un articolo pubblicato dal quotidiano domenicale nel febbraio 2022 e si inserisce nella grande guerra ingaggiata da Harry contro la stampa.

Nel pezzo in questione si dava conto della decisione del duca di portare il Ministero dell’Interno inglese davanti alla High Court con l’accusa di avergli negato le necessarie disposizioni di sicurezza (pagate dai contribuenti) perse dopo aver perso il titolo reale. Anche sua madre, la principessa Diana, dopo il divorzio da Carlo non è stata più considerata parte attiva della famiglia “impegnata per conto della corona” e si è vista decadere il titolo HRH, sua maestà e la scorta. Da qui, secondo Harry, la causa dell’incidente mortale sotto il ponte dell’Alma a Parigi quando Lady D. viaggiava su un’auto senza la dovuta protezione di Scotland Yard. E da qui, le sue preoccupazioni (e ossessioni) per l’incolumità sua e della sua famiglia.

Il giornale, raccontando la vicenda, titolo’ così: “Come il principe Harry ha provato a tenere segreta la sua battaglia sui bodyguards contro il governo…
poi – subito dopo l’uscita della storia – la sua macchina della comunicazione ha provato a metterla in chiave positiva”. Ovvero: per salvarsi la faccia avrebbe anche fatto sapere che si sarebbe pagato la scorta da sé perché sennò a pagare il conto sarebbero stati i cittadini con le loro tasse. Insomma, per i legali di Harry, un pezzo inaccurato ed un chiaro tentativo di “ingannare” e depistare l’opinione pubblica gettando ombre sulla sua rispettabilità.

All’epoca, il figlio ribelle del re portò in tribunale Associated Newspaper Limited nel tentativo, ora respinto, di cancellare la linea della difesa che giudicava l’articolo in questione “una opinione onesta e legittima” che non recava alcun “vero danno” alla sua reputazione. Secondo i legali di Harry, l’articolo era invece “diffamatorio” e rappresentava un attacco contro l’integrità e l’onestà del suo nome e per questa ragione era stata fatta richiesta di chiudere il caso senza andare a processo.

Oggi, grazie al parere negativo di un giudice della High Court la linea della difesa è stata accolta, giudicando infondate le accuse di Harry e portando così il caso in tribunale, anche se non prima della prossima estate. La motivazione sta tutta nel fatto che l’editore, dato questo presupposto, avrebbe la “reale prospettiva” di argomentare la sua difesa in aula e per questa ragione Harry è stato condannato a pagare i costi del giornale. Se le parti non avranno trovato un accordo prima, Harry entro il 29 dicembre dovrà anticipare quasi 50.000 per pagare le spese del Mail on Sunday.

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