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A Rimini il raduno dei single tra i 40 e i 60 anni: “Vieni nella mia isola, ma prima ti voglio insegnare a ballare”. Ecco come è andata

Siamo al Single Village di Rimini, dove un intero hotel a pochi passi dal mare si è trasformato il 25 e 26 novembre nella location di un evento che mette in contatto i singoli e le singole

di Simona Griggio

“Vi daremo le tre chiavi della felicità!”, la promessa che fa Teddy Romano davanti alla platea dei single è impegnativa. Ma loro, trenta uomini e trenta donne dai 40 ai 60 anni, sembrano in pace con sé stessi. Nessuna ricerca di felicità assoluta li ha spinti a partecipare, nessuna illusione di trovare in un week end l’anima gemella. Che poi, a giudicare dal silenzio che avvolge la sala quando si affronta il tema, l’interrogativo che si avverte è questo: esiste davvero l’altra metà perfetta?

Siamo al Single Village di Rimini, dove un intero hotel a pochi passi dal mare si è trasformato il 25 e 26 novembre nella location di un evento che mette in contatto i singoli e le singole. E’ l’edizione invernale del Single Village Naufraghi, un’esperienza estrema con tanto di kit di sopravvivenza che si svolge a giugno e a settembre in un campeggio della riviera romagnola. A idearla il creativo Teddy Romano, dj e direttore artistico con studi al Dams di Bologna, considerato un guru nella “psicologia della comunicazione di massa”.

Questa volta però ci sono tutte le comodità. Pranzi e cene, camere confortevoli, briefing per presentarsi e scoprire le affinità, serata di musica e ballo e un breve percorso di autoconsapevolezza sugli obiettivi e come raggiungerli. Chi sono i single che frequentano crociere, app di incontri, cene al buio ed eventi dedicati? Siamo andati a scoprirlo. Per capire quali desideri, aspettative e segreti si celano dietro a una riunione di persone che, passata la quarantina, decidono di mettersi in gioco fra loro alla pari.

Tutto comincia dalla presentazione di sé stessi. Poche informazioni ma chiare. Rappresentate dal colore di un’etichetta appiccicata al vestito che definisce il carattere del partecipante dopo aver effettuato un test. Il blu è quello meno diffuso: indica una persona metodica, ordinata, prudente. Siamo tutti così imprevedibili?

Poi si procede con l’indicazione della professione. E’ in questa fase che si scopre la condivisione più autentica della caratteristica comune: l’essere single. Ci sono ingegneri, idraulici, autisti, consulenti d’azienda ed estetiste, un paio di imprenditori, alcuni artigiani e molte impiegate. C’è anche un ‘funzionario pubblico amministrativo’ un po’ timido, a cui tutti chiedono di essere più specifico. E lui dice: “Lavoro per il Comune della mia città. Ecco”. Partono le battute scherzose: “Bastava dirlo”. L’atmosfera si fa più informale quando un partecipante racconta di essere al Single Village per la seconda volta. “Allora non hai incontrato!”, fa notare qualcuno. Risponde secco: “Ho incontrato ma è finita subito dopo”. Nessuno ci crede. Soprattutto la veterana della situazione. Una single che sembra la copia della cantante Amy Winehouse e fa la ribelle per scelta. “Vabbè io vado a farmi un giro”, dice per provocazione.

Ma alla cena, munita anche lei dei trenta bigliettini da scambiare,maschi con femmine e viceversa per dimostrare di aver conosciuto tutti, tornerà anche lei. Per incontrare, chiacchierare e ballare sui tavoli. Banditi i discorsi sulle ex e sugli ex per regolamento ci si racconta l’un altro a partire dal presente, fra un frizzantino e un piatto di spaghetti al ragù. Vito (nome di fantasia) è venuto da Zurigo apposta. Separato con figli, si è messo d’accordo con il suo amico d’infanzia, Filippo, per partecipare entrambi: “Ci siamo ritrovati a Macerata, dove siamo cresciuti, per venire qui insieme. Ho voglia di condividere il calore della gente italiana e trovare amicizie”, racconta. Poi specifica: “In Svizzera sono tutti troppo freddi per i miei gusti”.

Viera, ucraina, è single per scelta. Da molti anni vive a Rimini: “Ho avuto quattro esperienze fra matrimonio e convivenza, con un ucraino, un russo, un italiano e un albanese”, spiega. “Ne ho abbastanza di relazioni. Voglio solo divertirmi sapendo che nessun uomo mi mette al giogo. Quando torno a casa sono troppo contenta di essere libera”.

Daniela viene dal lago di Como ed è un habitué dei ritrovi per single. Frequenta anche le cene al buio e proprio lì ha conosciuto il suo gruppo fisso di amici: “Sono separata con una figlia grande– racconta – ma non tornerei mai indietro perché non voglio una relazione. Ai ritrovi per single incontro amici. Facciamo le grigliate. Per me è un modo intrigante di ampliare le amicizie”. Ma non tutti la pensano così. Monica, estetista di Milano, anche lei separata con un figlio, è certa che la persona giusta arriverà prima o poi: “Non smetto di cercarla, continuerò a farlo fino a 80 anni”, sottolinea.

Fra gli uomini ci colpisce Riccardo, imprenditore del settore chimico che è arrivato in aereo dalla Sardegna. La sua eleganza e parlantina sono ipnotiche. “Vieni nella mia isola. Ti porto in motoscafo a scoprire le bellezze della costa sarda meno turistica”, promette. “Ma prima ti voglio insegnare a ballare. Un due tre quattro, segui il ritmo”. Mentre la musica, un revival italiano anni ’80 sparato a palla, porta tutti alle danze come se non ci fosse un domani notiamo lui:il re della festa. Camicia a stampe floreali, più verso i 60 che verso i 40, è l’esperto più che brizzolato dei “single tour” che non conosce stanchezza. Chi è e come fa a reggere la serata senza cadere stremato sulla pista? Non riusciamo ad avvicinarlo: non smette di ballare. Anche da solo. Si fanno le tre del mattino e siamo ancora tutti nel salone a scambiarci bigliettini di conoscenza e a chiedere informazioni generali su chiunque sia dell’altro sesso, confondendo a volte anche il personale di staff con i concorrenti. I vincitori del Single Village, un maschio e una femmina, riceveranno in premio un soggiorno per quattro a Ibiza.Condizione necessaria: dialogare con tutti i partecipanti.

Ma è un compito difficile. Non si possono scambiare bigliettini senza due parole di cortesia. Ci controllano. Perciò, sfatti ed esausti, a un certo punto rientriamo in camera di nascosto. Ci defiliamo.Per scoprire solo la mattina dopo, a colazione, che qualche porta si è aperta per davvero durante la notte, dopo il party. E’ Antò, uno chef di Roma, a dichiararlo pubblicamente. “Io e Marta abbiamo cominciato una storia stanotte” confessa. “Ci siamo piaciuti subito e abbiamo scoperto di abitare a Roma nella stessa zona. Era destino”. Ma per tutti gli altri la sorte è stata meno fortunata. Arrivati da single sono rimasti tali. Con l’unica differenza di aver fatto nuove amicizie.

Prima di salutarci, dopo pranzo, un ritorno alle tre chiavi della felicità con il creatore dell’evento è d’obbligo. A proposito: quali erano? Gli obiettivi, il piano per realizzarli, la rivalutazione della nostra vita in base agli obiettivi. Sembra chiaro da questa esperienza che gli obiettivi dei single nell’era del digitale, a distanza di anni luce dagli annunci delle agenzie matrimoniali e anche dalla dimensione virtuale delle app di incontri, siano questi: non avere alcun obiettivo. Se non quello di incontrarsi di persona.

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