John Malkovich, l’attore più intellettuale e raffinato – si potrebbe affermare persino più europeo – dello star system hollywoodiano, da adolescente era un ‘cicciobombolo’ bullizzato, al punto da decidere, ancora ragazzino, di perdere drasticamente peso mangiando (si narra…), per quattro mesi, solo gelatina, dopo aver assistito (si narra…) a Piccola città (Our Town) di Thornton Wilder, una pièce teatrale che è un inno a vivere la quotidianità e le cose belle della vita. «Ero un po’ il clown della classe», ha confessato a Roger Ebert, che fu critico cinematografico del Chicago Sun-Times fino alla sua scomparsa nel 2013. «Molte persone che mi conoscevano bene sono rimaste molto sorprese nel vedermi su un palco». E così John entra persino nella squadra locale di football americano, studia musica e impara a suonare la chitarra e la tuba nella banda della scuola.

Oggi l’ex bimbo grassoccio John Gavin Malkovich, figlio dell’editore del settimanale Benton Evening News Daniel Leon Malcovich, di famiglia croata, non ha mai dimenticato le proprie radici, partecipando spesso al Sarajevo Film Festival: nell’estate del 2003 ha visitato per la prima volta il mare Adriatico sul suo yacht (che certo si può permettere, avendo incassato, nel ’93, tanto per fare un esempio, solo per il film Nel centro del mirino di Wolfgang Petersen, accanto a Clint Eastwood, un milione di dollari…). Malkovich, che parla fluentemente francese (ha vissuto oltralpe una decina d’anni con i suoi familiari salvo poi andarsene per ragioni di tasse) può vantare oggi un curriculum artistico di altissimo livello, essendo stato diretto da registi del calibro di Robert Benton, Steven Spielberg, Bernardo Bertolucci, Woody Allen, Robert Zemeckis, Clint Eastwood, Joel Coen e Ethan Coen, solo per citarne alcuni.

A 23 anni, terminato il college (dove nel ’93, studiava con Joan Allen, anche lei dell’Illinois, l’attrice di Bourne Supremacy, Hachico, Pleasantiville e molti altri film), Malkovich crea a Chicago, con Gary Sinise (il tenente senza gambe di Forrest Gump…) lo Steppenwolf Theatre, suo luogo di formazione artistica, che a tutt’oggi può vantare un ricco cartellone.

Piace molto alle donne, Malkovich, tanto da essere stato scelto dalla rivista Empire come «una delle 100 star più sexy della storia del cinema». Fu colpo di fulmine, comunque, fra Malkovich e Nicoletta Peyran, una studiosa di culture orientali che gli ha dato due figli: la prima, Amandine, nata nel ’90, lo stesso anno in cui i due si conobbero sul set de Il tè nel deserto dove lei era assistente di Bertolucci (era stata sua collaboratrice anche per L’ultimo imperatore). Il secondo figlio Loewe è oggi 31enne. Nel 1982 Malkovich ha sposato l’attrice Glenne Headly, incontrata allo Steppenwolf Theatre, e hanno recitato insieme in un paio di film (Eleni, 1985, di Peter Yates e Making Mr. Right,’87, di Susan Seidelman). Nel 1988 i due divorziarono a causa del flirt (non durato molto) fra Malkovich e Michelle Pfeiffer, nato sul set de Le relazioni pericolose di Stephen Frears, film ‘culto’ dell’attore, insieme con Essere John Malkovich (’99) di Spike Jonze la cui interpretazione di se stesso, oltre che ricevere il prestigioso riconoscimento del New York Film Critics, è, per Premiere Magazine, al 90esimo posto nella classifica dei 100 migliori personaggi cinematografici di tutti i tempi. Eppure lui ha dichiarato: «Quando ho guardato per la prima volta la sceneggiatura, il titolo sembrava uno scherzo di una riga, ma si è rivelato essere uno scherzo di 100 pagine».

Star decisamente provocatoria, ma anche uomo generoso, Malkovich, il 6 giugno 2013, a Toronto, ha salvato la vita a una persona, tamponandogli con le mani l’afflusso del sangue sul collo in attesa dell’ambulanza: l’uomo sia era gravemente ferito dopo essere caduto da un’impalcatura. E, a proposito di provocazioni, ricordo un suo obiettivamente poco credibile commento: «Spine Jonze voleva prendere in prestito fotografie della mia infanzia per il film Essere John Malkovich. Io gli ho dato il numero di telefono di mia madre dicendogli di riferirle che sono un attore e quelle immagini servivano per un film. Non credo i miei genitori sapessero cosa facessi». E, sempre a proposito di provocatori eventi, pare che, nel 2015, Malkovich abbia girato un curioso film, 100 anni, che è stato rinchiuso in una cassaforte a prova di proiettile con una serratura a tempo, destinata ad aprirsi nel 2115.

Personalmente, il Malkovich che ricordo con maggior afflato è il Port Moresby morente de Il tè del deserto. Ma forse anche perché mi ero immedesimato in lui e allora, quando vidi il film per la prima volta, ero innamorato di Debra Winger.

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