La protesta a trazione indigena in Guatemala entra nel suo 62esimo giorno consecutivo. Se i blocchi stradali si sono diradati, il presidio permanente davanti al Ministerio Pubblico, per esigere il rispetto del voto popolare, prosegue senza sosta. Allo stesso tempo non passa giorno che i poteri giudiziari e politici cerchino di evitare che Bernardo Arévalo diventi presidente o che la sua presidenza possa svolgersi come da programma votato. A fine novembre il parlamento ha licenziato la legge di bilancio per il 2024, una manovra da quasi 125 miliardi di Quetzal (circa 15 miliardi di euro) che vincola investimenti lontano dai desiderata degli elettori.

Il presidente eletto ha così commentato su Twitter; “Un piccolo gruppo di criminali radicati nello Stato cerca di negare alle persone ciò che meritano. Il loro ultimo tentativo è approvare un bilancio assurdo, corrotto e inefficiente”. Poi ha aggiunto: “Cercano di garantire il pagamento a specifiche società di costruzione e ONG, aggirando il processo legale e assicurandosi il pagamento dai loro clienti, probabilmente dai loro finanziatori. Chi ha perso le elezioni vuole vendicarsi del popolo e garantire la continuità della corruzione attraverso il voto sulla legge di bilancio”.

Se non bastasse, a quattro giudici del Tribunale Supremo Elettorale é stata tolta l’immunità, saranno indagati per l’acquisto del sistema di trasmissione dei risultati elettorali preliminari. Tre di loro sono già usciti dal paese per scappare al possibile arresto. Di fatto l’operazione, guidata dal governo Giammatei, prova a riaprire lo spettro della frode elettorale e quindi il rischio concreto è che si arrivi alla decisione di ripetere le elezioni per irregolarità.

Fuori dal parlamento rappresentanti delle popolazioni indigene e ancestrali per voce del Comitato Contadino dell’Altiplano, assieme alle autorità indigene di Iximulew, chiedono l’unità della popolazione, per evitare che il “Patto tra corrotti” continui a prendersi gioco del popolo, come fatto con l’approvazione del bilancio 2024. La tensione è palpabile fuori e dentro ai palazzi del potere con la popolazione urbana che non manifesta e non sta al fianco di indigene ed indigeni per paura della repressione messa in campo da polizia e procura, visti gli arresti pretestuosi che hanno colpito molte e molti in questi due mesi di protesta. Cosa accadrà da qua all’inizio del governo di Arévalo é oramai imprevedibile.

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