Commenti sul loro abbigliamento, molestie verbali, perfino accuse su presunte attenzioni sessuali nei riguardi di un altro chirurgo. Sono alcuni degli episodi elencati nelle denunce, prima arrivate in forma anonima, adesso sottoscritte da tre specializzande nei confronti di un professore ordinario di Medicina dell’università di Palermo. Una vera e propria bomba che ha alzato la tensione tra le aule dell’ateneo siciliano, meno di un anno dopo lo scandalo della lista hot delle specializzande di Economia.

Tutto è iniziato lo scorso venerdì – come ha raccontato Repubblica Palermo – quando sul tavolo del rettore Massimo Midiri è arrivata una lettera anonima che accusava il docente riportando episodi dettagliati. Midiri a quel punto non ha perso tempo ed ha inviato la lettera in procura, avviando allo stesso tempo un’indagine interna. Le accuse per quanto anonime erano dettagliate e facevano rifermento al professore con nome e cognome. Per questo il rettore aveva incaricato il professore Giovanni Pantuso, responsabile dei diciannove specializzandi, di presentare una relazione dettagliata su quanto successo in corsia. “Purtroppo abbiamo avuto riscontri alla lettera anonima. Il caso riguarderebbe tre specializzande”, ha annunciato Midiri.

Dalla relazione di Pantuso è, infatti, emersa la conferma di tre dottoresse che hanno deciso di metterci la faccia. Così, nel giro di pochi giorni le accuse nei confronti del chirurgo hanno preso sempre più corpo: “Non sono un mostro. Ho moglie, tre figli e sono dedito al mio lavoro” si è difeso il medico. Ma sarà adesso il collegio di disciplina, presieduto dal professore di Diritto penale, Giuseppe Di Chiara, e composto da altri sei docenti esterni all’Ateneo, a fare luce sulla vicenda, così come disposto dal rettore. Midiri vuol vederci chiaro: “Se le accuse dovessero essere confermate, per me sarebbe un grande dispiacere, ma anche motivo per andare avanti. Il lavoro di tanti professionisti perbene non può essere inficiato dal comportamento di un singolo”. L’esito del consiglio di disciplina, nel caso in cui lo si ritenga necessario, sarà poi inviato alla magistratura. Nel frattempo il rettore manda un messaggio chiaro agli studenti: “Li invito a segnalare direttamente a me episodi di discriminazione o sessismo di qualunque natura. Il mio ruolo è quello di tutelare tutta la popolazione studentesca”.

Non è la prima volta, però, che l’ateneo siciliano viene scosso da scandali simili. Meno di un anno fa sul blog dell’Università fu pubblicata una lettera anonima in cui si denunciava l’esistenza di una lista “hot” fatta da un dottorando del corso di Economia, in cui le colleghe venivano giudicate in base al gusto estetico dei dottorandi. Una “classifica” che aveva in poco tempo riempito le chat di whatsapp dei colleghi. Anche in quel caso, dopo la lettera anonima, le specializzande avevano confermato le accuse. E dopo la denuncia della hot list si scatenarono le proteste: “Fuori i “ti dall’Ateneo”, gridarono a gran voce alcuni studenti. Anche allora il rettore disse “faremo di tutto perché le nostre studentesse e dottorande si sentano al sicuro è importantissimo pure per noi”. Un anno dopo, però, la storia si ripete, con una nuova lettera anonima.

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