Cultura

L’incredibile “storia d’amore” tra Pasolini e Callas: una mostra con foto e carte inedite ricostruisce gossip e scandalo. E la bellezza eterna di due miti

di F. Q.

Una “storia d’amore” tra due geni del Novecento, due stelle dell’arte tra le più luminose di tutti i tempi: Pier Paolo Pasolini e Maria Callas. Una mostra, aperta fino al 25 febbraio a Casa Colussi di Casarsa della Delizia (Pordenone), mette insieme una documentazione meticolosa ed esposta per la prima volta, che ricostruisce atto per atto la “storia d’amore” fra il poeta, scrittore e regista e il soprano diventato mito della lirica, del quale ricorrono i cent’anni dalla nascita proprio in questi giorni. Per immagini si ricostruisce quell’incredibile storia e anche tutto il gossip che ne scaturì: i pettegolezzi, le illazioni sul legame e il “matrimonio” fra i due, così come apparvero sui giornali e negli scatti fotografici dei paparazzi, le dicerie vere e false, la festa di fidanzamento a Grado, tutto il dicibile relativo ad una possibile “conversione” di Pasolini auspicata da parenti e amici, nessuno escluso, che ci sperano e tifano, in una vera e propria congiura del mondo per il “suo bene”.

L’esposizione si intitola Pier Paolo Pasolini e Maria Callas. Cronaca di un amore ed è organizzata dal Centro studi Pier Paolo Pasolini, corredata da un catalogo (Ronzani Editore) e curata da Silvia De Laude, saggista e curatrice, fra le varie opere, insieme a Walter Siti, dell’opera omnia di Pasolini nei Meridiani Mondadori (1998-2001) e da Giuseppe Garrera, storico dell’arte e collezionista, che ha curato di recente anche la mostra Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo. Il corpo poetico, allestita nel Palazzo delle Esposizioni di Roma.

La mostra presenta preziosissime foto originali (in gran parte provenienti dall’archivio di Nadia Stancioff, segretaria e assistente di Maria Callas durante la lavorazione del film Medea, e presto amica), decine di riviste (settimanali, rotocalchi) dell’epoca, autografi e manoscritti originali. “Un percorso espositivo – sottolinea la presidente del Centro studi Pasolini Flavia Leonarduzzi – che costituisce un ulteriore importante tassello nel contesto della programmazione pluriennale delle nostre iniziative. In questo modo si rafforza l’indirizzo di studi e di ricerche che propone al pubblico anche aspetti inediti o poco noti della vita di Pasolini e di tutto ciò che si muoveva nel suo complesso universo”.

Una settantina fra foto, giornali e riviste riportano indietro nel tempo, agli anni 1969 e 1970, a raccontare per immagini una storia che al pubblico, oggi, appare nuova, inaspettata, grazie a materiale difficilissimo da reperire, per la prima volta messo a disposizione, risultato di un lavoro faraonico condotto in più di 15 anni dal collezionista – e co-curatore della mostra – Giuseppe Garrera. Una ricerca accurata che va a costituire una sequenza di immagini, notizie e dichiarazioni e ripristina la sorpresa pubblica dei fatti, lo stupore dei contemporanei per ciò che accadeva: Pasolini e Callas innamorati e felici, con tutto lo strascico di livore, dispetto, invidia, irritazione, malevolenza, perplessità che ciò suscitò. E insofferenza per la loro bellezza, difficoltà a gestire lo spiazzamento del successo e del glamour della storia.

Una storia, che, come spiegano De Laude e Garrera presentando la mostra, “è stata anche una commedia degli equivoci, piena di parti comiche e con la musica dolente e sublime di Mozart. Al centro la disperazione e il motivo oscuro dell’amore, più forte di ogni amore, dei due, ma che all’interno di sé e tutt’intorno produce inevitabilmente scene farsesche e, come accade quando i protagonisti sono infelici, soluzioni maldestre e disastri ad ogni passo. Abbiamo la rabbia di Laura Betti, la gelosia di Ninetto Davoli, le speranze riposte e cullate di Susanna, la mamma, che si sogna suocera di Maria, le voci dei domestici, gli amici e conoscenti; tutti, per un attimo, compresi i giornali e i rotocalchi di mezzo mondo, alle prese con i pasticci di un amore immenso con il sogno ridicolo del matrimonio che travolge e stordisce, in primo luogo, gli stessi protagonisti: un anello donato da Pier Paolo a Maria, le dichiarazioni reticenti di Pasolini ai giornalisti, l’aria di festa e gioia – in primis la felicità incontenibile della mamma di Pasolini –, l’intero contesto familiare che, in bene o in male, assiste e plaude, congiurato, alla conversione alle gioie dell’eterosessualità e al conformismo, per il lieto fine”.

La mostra ripercorre tutto quel periodo, impietosamente, avendo solo come scrupolo di riferire i suoni e le voci della scena e cogliere gli abbagli che l’attraversarono. “Ci sono amori e legami – proseguono i curatori – che non rientrano in alcuna formula e che proprio per tale sofferenza aspirano alla convenzione o ricorrono in gran fretta e goffamente alla grammatica delle convenzioni del mondo”. Ancora una volta Pasolini non risultava inquadrabile, agiva fuori dalle convenzioni e dagli schemi, confermando la sua attitudine a non lasciarsi definire e a pensare l’amore come un’azione di libertà e di scandalo.

Nelle stanze del Centro Studi di Casarsa si dipana dunque la cronaca di una storia d’amore eccezionale con protagonisti eccezionali (Pasolini e la diva delle dive Maria Callas), ma in realtà si traccia soprattutto un quadro sociale delle convenzioni e dei pregiudizi di quel tempo e del nostro tempo, offrendo la possibilità di incontrare due tra le più dolenti anime che sia dato conoscere. “Non c’è dubbio – ancora De Laude e Garrera – che Pasolini sia stato preso da incantamento per Maria Callas, e Maria Callas da incantamento per Pasolini, entrambi in maniera abissale. Tutta la lavorazione di Medea e la presenza della Callas (il suo volto, le movenze, i suoi gesti, le espressioni, l’aura) risultano, da scatti e testimonianze, essere stata una cerimonia di incantesimo, per Pasolini, fino allo stordimento. Ma, come avremo modo di vedere, una storia d’amore è sempre e in primo luogo una storia di bisogno d’amore, presa di coscienza della propria solitudine su questa terra, e dell’impossibilità d’oltrepassare, se non come momentanea illusione, la linea d’ombra del proprio destino”. In ogni affetto, ricorda Pasolini, “ritorna il senso che ha per noi la nostra intera vita”.

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Info

Pier Paolo Pasolini e Maria Callas. Cronaca di un amore | A cura di Silvia De Laude e Giuseppe Garrera
Dove | Casa Colussi di Casarsa della Delizia, Pordenone
Quando | Fino al 25.2.24
Orari | Mar-ven dalle 15 alle 19, sab e festivi dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 19
Web | www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it

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Nella foto in alto | Una pagina del rotocalco Sogno del 2 novembre 1969, in mostra a Casa Colussi (per gentile concessione dell’ufficio stampa

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