Al voto in plenaria dell’Europarlamento sul regolamento imballaggi, uno dei pilastri del Green Deal, si arriva in un clima rovente. Non solo perché sono oltre 525 le richieste di modifica alla proposta presentata il 30 novembre 2022 dalla Commissione europea. E più di 300 arrivano dalla commissione Ambiente, Sanità pubblica e Sicurezza alimentare (Envi) che ne aveva raccolti 2.741 e alla fine ha adottato la sua posizione il 24 ottobre 2023 con 56 voti a favore, 23 contrari e 5 astensioni. Nonostante il governo italiano abbia provato a bloccarlo fino alla fine. E molti emendamenti da votare portano proprio la firma di europarlamentari italiani. D’altronde, a settembre, è dovuta intervenire la stessa Commissione Ue in risposta al parere negativo espresso dalla Camera dei deputati, a giugno 2023, sulla scia di quanto fatto anche dal Senato.

Ma la tensione è alta anche per le pressioni dei lobbisti. “Le pressioni delle lobby al Parlamento europeo sul regolamento imballaggi hanno superato il limite. Nonostante le nuove e più stringenti regole nate in seguito allo scandalo Qatargate,in questi giorni noi deputati europei siamo stati continuamente avvicinati da lobbisti nei corridoi, alla fine delle riunioni, al bar” ha denunciato nei giorni scorsi Maria Angela Danzì, europarlamentare del Movimento 5 stelle. E, oltre alle modifiche chieste dagli italiani, che puntano all’esenzione dai target di riuso per i Paesi particolarmente virtuosi sul riciclo e all’abolizione dei divieti per diversi tipi di confezioni monouso, nei giorni scorsi si sono fatti avanti anche gli eurodeputati francesi di Renew. La proposta punta a ridurre gradualmente i rifiuti per gli imballaggi in plastica, del 10% entro il 2030, del 15% entro il 2035 e del 20% entro il 2040. Se l’Eurocamera approverà il testo, si entrerà nella fase finale dei negoziati con il Consiglio Ue.

Gli emendamenti firmati da molti eurodeputati italiani – C’è particolare fermento su alcuni articoli e sui relativi emendamenti presentati. Con l’emendamento 445, per esempio, presentato da più di sessanta eurodeputati, molti italiani, si cerca di ottenere una deroga ad hoc per gli imballaggi di alimenti e di bevande raccolti separatamente per il riciclaggio. Per questi, secondo l’emendamento, non dovrebbero valere i divieti previsti per alcuni formati nell’articolo 22. A patto che “possano dimostrare che almeno l’85 per cento in peso dei rifiuti di imballaggio che immettono sul mercato destinati al consumo immediato è raccolto separatamente per il riciclaggio presso il punto di vendita, sulla base del materiale di imballaggio predominante”. Gli operatori economici soggetti all’obbligo dovrebbero, quindi, comunicare annualmente agli Stati membri il peso dei rifiuti di imballaggio raccolti separatamente per ciascun materiale. Ciascuno Stato membro, poi, dovrà fornire alla Commissione dati aggregati per i rifiuti di imballaggio raccolti. L’emendamento è stato firmato da eurodeputati italiani di più partiti, tra cui Paolo De Castro, Pina Picierno, Daniela Rondinelli, Alessandra Moretti e Patrizia Toia del Pd, Nicola Danti di Italia Viva, Salvatore De Meo e Alessandra Mussolini di Forza Italia e Pietro Fiocchi e Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia. Gli stessi eurodeputati hanno firmato anche l’emendamento 446 che, chiedendo una modifica dell’articolo 43, introdurrebbe un obbligo di raccolta distinto per il settore alberghiero, della ristorazione e del catering per gli imballaggi di alimenti e di bevande.

Le richieste dei francesi – Altri emendamenti sono stati presentati dagli eurodeputati transalpini di Renew, tra cui lo stesso presidente della Commissione Ambiente (Envi), Pascal Canfin e l’ex presidente dei giovani agricoltori europei Jeremy Decerle. In questo caso, l’obiettivo è quello di esentare dagli obblighi di riciclo le scatole di legno per gli alimenti, molto utilizzate in Francia per prodotti che vanno dal Camembert alle ostriche, siano esentate dagli obiettivi di riciclo. Anche i target di contenuto riciclato nella plastica sono motivo di divisione, poiché ritenuti troppo alti per molti eurodeputati. Secondo gli ultimi dati Eurostat, il tasso di circolarità dei materiali in Unione europea, cioè la quota di risorse provenienti da materiali di scarto che vengono riutilizzate in nuovi prodotti, è ferma all’11,5%, un livello di appena otto decimi di punto superiore a quello del 2010. Nel frattempo, accelera l’esame del testo in Consiglio Ue. La presidenza spagnola vuole raggiungere una posizione comune tra gli Stati nella riunione dei ministri dell’Ambiente del 18 dicembre. Gli esperti nazionali hanno iniziato nei giorni scorsi la discussione su un nuovo testo di compromesso e le singole delegazioni hanno pochi giorni per inviare i loro commenti scritti.

La pressione delle lobby – Nel frattempo, in questi giorni, Danzì ha denunciato la pressione da parte delle lobby. “Hanno persino appeso alle porte di tutti i nostri uffici oltre 1.500 banner pubblicitari per promuovere le loro attività di lobbying contro le nuove norme sul riutilizzo e il riciclaggio degli imballaggi che verranno” ha segnalato l’eurodeputata, ricordando che i deputati europei sono obbligati “a comunicare in modo trasparente gli incontri con i portatori di interesse. Questi avvicinamenti non possono essere un modo per aggirare queste regole”. “Chiederemo dunque alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola di intervenire – ha aggiunto – e ci auguriamo che sia stata già aperta un’indagine interna per fare piena luce su queste attività”.

Articolo Precedente

Altro che ponte sullo Stretto: c’è chi voleva drenare il Mediterraneo per creare nuove terre

next