Da due a sette anni di reclusione a chi occupa, anche a chi è sotto sfratto? Il governo Meloni con l’articolo 8 del disegno di legge “Sicurezza” intende passare dall’edilizia residenziale pubblica, all’edilizia residenziale penitenziaria. Per il governo Meloni/Salvini sempre “ERP” è. Il governo intende garantire agli sfrattati e precari della casa il passaggio da casa a casa circondariale. In sintesi più celle per tutti. Ma approfondiamo.

Il disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri, con l’articolo 8, riprende in sostanza, quanto previsto dalla proposta di Legge della deputata leghista, Ingrid Bisa, Atto Camera 566.
La pdl Bisa e gli emendamenti presentati in estate in Commissione Giustizia alla Camera, anche dal relatore, prevedevano l’arresto immediato di chi occupava un alloggio sia pubblico che privato anche alloggio altrui senza titolo (il caso di sfrattati) e una condanna fino a sette anni. Alla proposta Bisa, fin da giugno 2023, l’Unione Inquilini si opponeva e ne denunciava la gravità lanciando, contestualmente, un appello nazionale, con centinaia di adesioni, mentre in Commissione Giustizia, dalle opposizioni non si era ancora percepita la pericolosità della proposta di legge Bisa.

Un testo, quello dell’articolo 8 del nuovo disegno di legge “sicurezza”, che resta per molti aspetti incostituzionale, come ad esempio la previsione di demandare alle forze di polizia il potere di accertamento e sgombero, che, invece, è materia di esclusiva pertinenza del giudice.

Un testo che è frutto di una narrazione tossica, sostenuta da anni di martellante propaganda, che trasforma il precario della casa, persino lo sfrattato, che occupa senza titolo dopo la sentenza esecutiva, in “furbino”. Una narrazione che cerca di capovolgere il criterio di legalità, deresponsabilizzando le istituzioni che devono, a termini di legge, garantire il diritto alla casa e il passaggio di casa in casa per tutte le persone che vivono la difficoltà di provvedere a garantirsi un tetto adeguato. Una narrazione ancora più tossica perché parte dalle odiose occupazioni di proprietari di prima casa (situazioni in termini numerici limitate) che, assenti per vari motivi al ritorno, si vedono occupato la loro casa di abitazione. Tossica perché già oggi le forze dell’ordine possono intervenire e riconsegnare l’abitazione al proprietario, come si può vedere con una semplice ricerca su Google.

In realtà l’obiettivo è un altro. Questo governo sta cercando di boicottare il diritto all’abitare, rendendolo un problema di ordine pubblico per cercare di nascondere le proprie inadempienze e scelte che stanno rendendo estremamente precario il diritto all’abitare.

Nel frattempo, su richiesta denuncia di Unione Inquilini e Alleanza Internazionale degli Abitanti, il Relatore Onu sul diritto alla casa ha già scritto un documento alla Commissione Giustizia della Camera e al Governo, affermando che già la proposta Bisa viola il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (PIDESC), proposta che l’Italia ha ratificato con la legge 881 del 1977 che, quindi, è legge vigente nel nostro Paese. Questo testo viola palesemente i Trattati e Convenzioni internazionali sui diritti umani e, in particolare, il diritto all’abitare, che il governo intende traslare da diritto alla casa a questione manettara, dando alle forze dell’ordine la possibilità di agire in assenza di provvedimento del giudice su semplice denuncia di parte.

Visti gli emendamenti, già presentati, dai Gruppi della destra, pochi mesi fa, in Commissione Giustizia della Camera, sussistono il rischio di ulteriore peggioramento nel corso dell’iter parlamentare dell’articolo 8, con emendamenti della destra che potrebbero estendere ulteriormente le casistiche di intervento, citate nell’articolo 8. Se l’articolo 8 del disegno di legge “sicurezza” diventasse legge il governo dovrebbe anche rilanciare una imponente “edilizia pubblica” statale che aumenti la dotazione di carceri, e dall’altra aggraverebbe di ulteriore lavoro i tribunali, che non appaiono oggi in grado di sostenere tale, ulteriore, urto. Con il risultato di relegare una questione sociale a questione solo repressiva, come delinquenti incalliti, da incarcerare con pena da due anni a sette anni.

In nome di una legalità manettara a senso unico, il governo Meloni vuole violare la legalità a protezione dei precari della casa. Giova ricordare che il PIDESC, che è legge per l’Italia, non una semplice raccomandazione dell’Onu, ha stabilito che, prima di qualsiasi sgombero o sfratto, è necessaria la valutazione dei casi e, verificato l’effettivo disagio abitativo, lo Stato e le sue articolazioni devono garantire il passaggio da casa a casa, non certo da casa a casa circondariale.

Siamo in buona compagnia, anche il Relatore Onu attende risposte dal governo Meloni. Sono dovute.

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