Non si tratta di una nuova pandemia perché è da anni che la comunità scientifica cerca di contenere la resistenza agli antibiotici. Una minaccia concreta che in Italia ha provocato oltree10mila morti nel 2020 e già conta oltre 5 milioni di morti l’anno. La resistenza dei batteri agli antibiotici che limita la loro efficacia nella cura delle infezioni causa nel mondo un decesso morto ogni 30 secondi. Come ogni anno in occasione della Settimana mondiale per l’uso prudente degli antibiotici – il ministero della Salute e l’Agenzia italiana del farmaco Aifa lanciano una campagna informativa, presentata dal ministro Orazio Schillaci in un convegno al ministero, che prevede anche uno spot che andrà in onda su emittenti tv e radio. L’obiettivo, spiega il ministro, è “aumentare la consapevolezza nella popolazione sul consumo responsabile di antibiotici e incentivare le migliori pratiche per ridurre la diffusione di infezioni resistenti”.

I progressi nella lotta al fenomeno in Europa infatti, avverte anche il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie Ecdc, sono “lenti” e il fenomeno “rimane una sfida”. Questo nonostante i Paesi Ue, come rileva l’Agenzia europea dei medicinali, abbia ridotto molto le vendite di antibiotici veterinari (-53% tra il 2011 e il 2022, il livello più basso mai registrato), il che si traduce in un minor rischio di resistenza dei batteri nelle persone e negli animali. Sotto accusa restano i comportamenti ma un appello è stato rivolto ai medici di famiglia: “Sono quelli che conoscono meglio degli altri i pazienti e quindi devono sicuramente fare una campagna di sensibilizzazione, perché non si possono prendere gli antibiotici senza una prescrizione medica”, comportamento messo in atto da circa un italiano su tre. Al contempo, però, “l’80% dell’inappropriatezza prescrittiva arriva dai medici di base. Bisogna dunque insistere sulla formazione dei medici”, ha affermato il direttore della Prevenzione del ministero, Francesco Vaia.

I numeri a livello mondiale sono impietosi: “Ogni 30 secondi una persona muore ed una infezione su 5 in Ue è causata da agenti microbici resistenti – ha affermato Sandra Gallina, direttore generale Salute e Sicurezza alimentare della Commissione Ue -. Quella in corso è ormai una grande pandemia con un costo enorme, pari a 11,7 miliardi l’anno per le spese supplementari e mancata attività lavorativa. La resistenza microbica non è più affrontabile dai nostri sistemi”. Spesa che continuerà a lievitare se non si invertirà la marcia. La soluzione, secondo il presidente dell’Aifa Giorgio Palù, “non può essere trovata se non nella innovazione scientifico-tecnologica”. Da qui l’urgenza di pensare a nuovi approcci e l’IA, afferma, “sarà uno strumento fondamentale”. Una risposta arriva però dal presidente di Farmindustria Marcello Cattani, che ricorda come “sono 300 i farmaci e 150 i vaccini in sviluppo nel mondo per combattere le infezioni batteriche resistenti”.

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