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Jannik Sinner è diventato grande. Con lui il tennis italiano può svoltare

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Jannik è diventato grande! Non è un dato anagrafico perché Jannik Sinner, il numero 1 del nostro tennis, non ha nemmeno 23 anni, ma in un’epoca di fenomeni precoci lui è cresciuto tecnicamente e mentalmente.

La conferma, martedì sera alle Atp Finals di Torino contro Novak Djokovic, l’ennesima, quella definitiva. La stessa considerazione era già maturata in me a metà incontro, a primo set già acquisito e con tutte le possibilità aperte. Vincere o perdere non avrebbe modificato il giudizio sul livello raggiunto dall’altoatesino. Jannik però ha premiato il pubblico torinese e sé stesso battendo, per la prima volta, Djokovic. Dopo Alcaraz, ancora un numero 1 che quest’anno cade sotto i colpi di un Sinner sempre più solido. La varietà delle soluzioni d’attacco aumenta, la lucidità delle scelte è veloce e quasi sempre azzeccata. Numeri da numero 1? Il servizio e il gioco al volo sono da migliorare e forse quella chimera potrebbe diventare realtà: vincere uno Slam, entrare tra i primi tre e chissà salire sul tetto del mondo. A me che scrivo vengono le vertigini. Sono cresciuto in un periodo in cui il massimo della passione tennistica si viveva e vedeva sulla Rai solo per la Coppa Davis. Quello che stiamo vedendo in questi giorni è una svolta, una nuova dimensione per tutto il movimento tennistico italiano.

Già all’esordio delle Atp Finals, Sinner aveva trascinato in campo, tra Sky e Rai, circa 1 milione e mezzo di spettatori. Contro Djokovic ben 2.543.000 di persone (il 14,64%) hanno guardato il tennis e il numero si riferisce alla sola diretta su Rai 2. A cosa servono i numeri? Servono a trasmettere una passione, servono a rendere evidente che il duro allenamento porta ai risultati sperati. Le aspettative di qualche mese fa sono diventate concrete in questo 2023.

Il paradosso di questa impresa è che Sinner non è ancora certo di raggiungere la semifinale delle Finals, e quello sì, sarebbe subito storia. Tutto passerà dalla sfida con Rune, ancora un duello, ancora una chiamata per Jannik e per tutti noi. Al PalaAlpitour o sul divano di casa si provano sensazioni nuove, e questo torneo sa tanto di momento cruciale perché Jannik lo può vincere davvero. Con la serenità di chi sa già di aver vinto comunque!

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