Ancora non si trova la quadra sulla riforma del Patto europeo di stabilità e il tempo stringe. Così, nel corso dell’Ecofin (riunione dei ministri economici dell’Unione europea, ndr), la presidenza spagnola tenta l’affondo. Sulla riforma “è giunto il momento di arrivare a una proposta legislativa. La presidenza spagnola ha presentato un testo di compromesso che include i contributi di tutti i Paesi membri degli ultimi mesi in modo di poter gettare le fondamenta di un nuovo quadro che possa dare stabilità e fiducia ai mercati e alla popolazione europea”. A parlare è Nadia Calvino, ministra dell’Economia della Spagna, che aggiunge “La presidenza condividerà e presenterà nei prossimi giorni un progetto di testo giuridico in nodo da poter concludere questo orientamento generale nel consiglio Ecofin di dicembre” e per “poter conseguire questo obiettivo probabilmente sarà organizzato un Ecofin straordinario a novembre”. Nella bozza del documento ci sarebbe una maggiore attenzione per gli investimenti, sul quale c’è un focus dell’Italia. Gli impegni sui Pnrr erano già considerati nella bozza precedente, ora spunta anche una sorta di eccezione degli investimenti legati al cofinanziamento nazionale dei fondi Ue. Inoltre ci sarebbe più tempo per la riduzione minima del debito per i paesi in cui supera il 60% del Pil (quasi tutti ma con importanti differenze, dal quasi 140% dell’Italia e al 110% di Spagna o Francia fino al 65% della Germania).

Come si arriverà ai prossimi appuntamenti è tutto da vedere perché la frattura tra chi chiede regole più morbidi sui vincoli di finanza pubblica e maggiormente favorevoli agli investimenti e chi non vuol transigere sul rigore nei conti degli stati comunque rimane. Fonti del ministero dell’Economia italiano hanno fatto sapere oggi che per Roma è meglio un ritorno al vecchio patto che il via libera ad uno nuovo con regole troppo penalizzanti sul deficit. Ma sempre Calvino stoppa questa ipotesi: “Non ho sentito queste osservazioni da parte di alcuno Stato negli scambi molto intensi che abbiamo avuto nelle ultime settimane. Quello che abbiamo sentito oggi è un impegno molto forte ad adottare le nuove regole e un appello da parte di tutte le istituzioni” a trovare un accordo.

“Raggiungere un accordo entro la fine dell’anno – ha detto prima dell’inizio della riunione il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, è molto importante per diversi motivi, uno dei quali è che conosciamo le difficili prospettive economiche che abbiamo. Raggiungere un accordo sulle regole fiscali è essenziale per quello che viene chiamato atterraggio morbido, in secondo luogo per dare certezza ai mercati finanziari e in terzo luogo perché nella prospettiva dell’economia europea abbiamo bisogno di stabilità sul debito pubblico e della possibilità di sostenere la crescita e gli investimenti”. Una linea che riflette quella della Banca centrale europea espressa oggi dal vicepresidente Luis De Guindos per il quale un accordo sulla revisione della governance economica europea “è fondamentale per poter mandare un messaggio di stabilità ai mercati

Il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire si è presentato alla riunione con un certo brio: “Stiamo lavorando, il mood è eccellente e stiamo movendoci sulla giusta direzione. Non c’è una scadenza, nel negoziato attuale il termine per trovare un accordo è la fine del 2023″ ha detto ai cronisti. “Sono più ottimista che si possa raggiungere un accordo quest’anno”, ha fatto eco il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner . “Il carattere delle proposte di cui stiamo discutendo è cambiato”, ha spiegato il tedesco. “Ora è generalmente riconosciuto che abbiamo bisogno di una linea di sicurezza per ridurre il debito nazionale ed anche riconosciuto che è sui deficit di bilancio annuali occorre avere alcune considerazioni specifiche. Queste erano due preoccupazioni importanti per noi”.

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