L’accordo per i migranti in Albania? “Innovativo”. Così lo giudica il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi parlando della struttura per trattenimento di richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri come “ipotesi di lavoro”. Mentre per il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, si tratta di una “ammissione di non essere in grado” di accogliere. “Capisco che le cose innovative spesso suscitano discussioni ma vedrete che tutto si comporrà secondo una logica che abbiamo annunciato da tempo e su cui stiamo lavorando. Fa parte di questo piano complessivo”, ha detto Piantedosi commentando l’intesa firmata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il premier Edi Rama, saltando le interlocuzioni con gli alleati di governo.

Il ministro ha confermato che la giurisdizione su questi centri sarà italiana. Quanto alle modalità con la quale verrà attuata, Piantedosi ha aggiunto che “questo poi si vedrà nell’implementazione che dovrà avere l’accordo che è stato sottoscritto in prima battuta”. Nove pagine nelle quali vengono illustrati 14 articoli che regoleranno le spese e l’organizzazione dei due centri che potranno ospitare al massimo 3mila migranti sul suolo albanese. La copertura dei costi sarà a carico del governo italiano che verserà per il primo anno 16,5 milioni di euro con una garanzia di altri 100.

“Non si capisce perché non venga sistemata meglio l’accoglienza qui” in Italia, ha sottolineato invece Zuppi. “Mi sembra che ci siano anche delle discussioni all’interno della maggioranza, quello che sicuramente è importante è avere un sistema di accoglienza che dia sicurezza a tutti, a chi è accolto e a chi accoglie”, ha rimarcato il cardinale. “Parlare di accoglienza – ha aggiunto – significa parlare anche di che casa vogliamo. Non dobbiamo avere paura dell’accoglienza e se la gestiamo bene, come deve essere gestita, ci permetterà un futuro più grande”.

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