Due anni di comunicazioni effettuate solo su rete telefonica fissa interna ai tunnel sotterranei di Gaza e riunioni di pianificazione esclusivamente di persona. Zero canali digitali, la maggior parte degli operativi tenuti all’oscuro. Il piano “Tempesta di Al-Aqsa”, il brutale attacco a Israele del 7 ottobre, è stato un fantasma anche per le élite militari di Hamas fino a poco tempo prima di colpire al cuore lo Stato ebraico. Ne era a conoscenza solo una ristretta cellula. Un’operazione di “controspionaggio vecchio stile”. È così che Hamas – secondo informazioni di intelligence condivise da Israele con gli Stati Uniti, riportate dalla Cnn – è riuscita a ingannare Shin Bet e Mossad, le due agenzie di 007 di Tel Aviv considerate tra le migliori al mondo, e a cogliere di sorpresa tutti gli apparati israeliani.

L’operazione – scattata all’alba in un giorno di Shabbat con l’irruzione nei kibbutz, il fitto lancio di razzi e il massacro al rave party – è stata concepita e sviluppata dentro quella rete di tunnel scavata sotto la Striscia di Gaza ribattezzata la “metropolitana” per la sua estensione e complessità. Le linee telefoniche cablate dentro i cunicoli hanno consentito a una piccola cellula di Hamas di comunicare senza essere tracciata dall’intelligence israeliana e di organizzare l’operazione in segreto fino al momento in cui sono state attivate centinaia di miliziani per lanciare l’assalto.

Banditi cellulari e computer, ammesse solo riunioni di pianificazione di persona. E la cellula di Hamas – si presume guidata da Mohammed Deif – avrebbe aspettato gli ultimi momenti anche per fornire i “piani operativi” ai combattenti, che per molti mesi si sono addestrati senza informazioni né obiettivi specifici. L’intelligence israeliana osservava “in superficie” senza notare nulla di diverso da simulazioni considerate di routine. Intanto il gotha di Hamas continuava a mettere a punto la strategia dentro i cunicoli, lontano da sistemi intercettabili dagli israeliani.

Secondo diversi esperti citati dal Jerusalem Post, la rete di cunicoli sotto Gaza comprende 1.300 tunnel situati fino a 70 metri sottoterra e si estende per circa 500 chilometri in totale. In caso di invasione di terra, secondo John Spencer, capo degli studi sulla guerra urbana al Modern War Institute dell’Accademia militare degli Stati Uniti a West Point, sarà una “sfida unica” per l’esercito israeliano.

Progettata per il contrabbando di merci con l’Egitto, la rete è stata poi espansa da Hamas per eludere la sorveglianza di Israele portata avanti con droni e apparecchiature elettroniche. Un sistema di comunicazione simile a quello utilizzato dentro i tunnel di Gaza fu scoperto dall’esercito israeliano durante un’irruzione a Jenin, in Cisgiordania, durante l’estate: lì le truppe dell’Idf trovarono linee di comunicazione cablate e sicure, oltre a telecamere di sorveglianza a circuito chiuso per anticipare le mosse dei soldati di Tel Aviv.

Articolo Precedente

Gaza, l’appello di Amnesty e ong: “Il governo italiano promuova il rispetto dei diritti umani, basta punizioni”. E difendono Guterres

next
Articolo Successivo

Le voci di Gaza – “Impossibile dormire, questa notte pensavo che una bomba sarebbe caduta sopra di me”: l’audio della manager Oxfam

next