Pagano in media 430 euro al mese – bollette e spese condominiali comprese – per una camera singola, spesso l’affitto è in nero e non sempre riescono a trovare una soluzione abitativa perché devono fare i conti con proprietari che qualche volta (il 4%) sono razzisti o preferiscono (il 13%) delle donne al posto degli uomini. Dopo mesi di proteste e polemiche ad alzare il velo sul fenomeno del caro vita degli studenti fuori sede – sono 830mila concentrati tra Milano, Roma, Torino e Bologna, Padova, Pisa, Napoli – è l’Unione degli Universitari che ha presentato a Roma i risultati integrali – a settembre c’era stata solo un’anteprima – di un report che si basa su 20mila risposte raccolte in tutta Italia nell’ambito dell’indagine “Senza casa, senza futuro” promossa con Cgil e Sunia, la principale organizzazione degli inquilini privati.

I dati che emergono sono allarmanti a partire proprio dai costi. A Milano per una singola (comprese le spese) è necessario spendere in media 650 euro; a Bologna e Roma 500; si va oltre i 450 a Modena, Padova, Firenze, Reggio Emilia e Venezia. Si scende sotto la soglia dei 400 a Pavia, Ferrara, Forlì, Trieste, Cagliari, Udine. Le città meno care (200 circa in media) sono Palermo e Catania.

“Sono cifre assurde, dovute – spiega Simone Agutoli, responsabile della questione abitativa per l’Udu – a un’offerta che non regge il passo con la domanda e che sono quasi impossibili da sostenere per una famiglia media. Il risultato è che molti studenti rinunciano a studiare per i costi eccessivi, le condizioni degli alloggi e la carenza di soluzioni. Chi sceglie di trasferirsi lo stesso, si orienta sempre di più verso la camera doppia, con uno studente su quattro che oggi vive in una camera doppia. Il picco del 50% si trova a Venezia, seguita da Milano, Brescia, Trento e Bologna. L’1% sta addirittura in tripla”. Il risparmio è comunque minimo: circa il 20% in meno rispetto alla camera singola. E infatti il 30% degli studenti ci dice di essere in grave difficoltà economica ad arrivare a fine mese per via delle spese legate all’alloggio.

Ma il tema dei costi non è l’unico problema. Il 5,5% degli studenti, infatti, sono totalmente privi di un contratto: il “nero” si attesta al 20% a Napoli e Catania; sopra il 15% a Benevento e nel capoluogo siciliano mentre a Messina arriva al 10%. Non basta. Circa il 10% degli intervistati ha raccontato che a volte i proprietari chiedono cifre non previste dal contratto ma spesso (nel 41% dei casi) i ragazzi non si oppongono perché trovare un’altra soluzione non è semplice.

La ricerca di una casa in affitto è tra l’alrto diventata un’odissea: il 29% si affida ai siti web; il 23% alle conoscenze di amici; il 22% trova grazie ai social network ma è sempre più frequente (30%) imbattersi in annunci falsi o vere e proprie truffe. Quattro sono le proposte elaborate dall’Unione degli Universitari e che verranno portate all’incontro previsto il 30 ottobre con la ministra Anna Maria Bernini. “In questa legge di Bilancio, chiediamo uno stanziamento immediato di 100 milioni per un fondo a sostegno degli studenti fuorisede ma anche un intervento sulle borse di studio con almeno 300 milioni, per aumentarle e garantirle a tutti gli idonei. È fondamentale intervenire sulla leva fiscale e sulla regolamentazione, limitando e disincentivando le locazioni brevi turistiche, il canone ordinario e lo sfitto”.

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