Dino Giarrusso, europarlamentare eletto con il M5s che da tempo ha lasciato ma in passato Iena a Mediaset, è la persona giusta per parlare dei retroscena della vicenda Meloni-Giambruno, un caso al confine tra media e politica che ha fatto il giro del mondo.

Giarrusso, alla luce della sua esperienza a Mediaset, si aspettava potesse succedere una cosa simile?
Mi ha stupito perché io Andrea Giambruno lo conosco e mi sembrava un professionista piuttosto accorto. Mi aspettavo che – dopo essere diventato il compagno della premier – sarebbe stato ancora più attento. Sbagliavo: quelle frasi in studio sono pessime, e mi hanno lasciato basito.

Quello che ha stupito non è solo che le abbia dette ma che siano andate in onda. Su questo le chiedo: Mediaset, naturalmente legata a Forza Italia, partito fondato da Silvio Berlusconi e alleato “minore” di Meloni, perché ha deciso di trasmettere un video così “forte” contro Giorgia Meloni?
Io ho lavorato a Le Iene e penso che Striscia la notizia e Le Iene godono di molta libertà. Io ho fatto un pezzo contro Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia e, nonostante le rimostranze e le lamentele, è andato in onda. Certo poi c’è un caso su mille, come il mio secondo pezzo sugli scontrini di Matteo Renzi che non è andato in onda.

Appunto. Perché questa volta è andato in onda?
Penso sia stata una scelta. Non ho fonti dirette ma penso sia accaduto che abbiano privilegiato l’ascolto sulle possibili conseguenze politiche. E alla fine hanno scelto di mandarlo in onda fregandosene se Giorgia Meloni ci potesse rimanere male.

Ma scelta di chi? Di Antonio Ricci nella sua autonomia o anche dei manager e di Piersilvio Berlusconi?
Io penso sia stata una scelta del “capo” di Striscia la Notizia, Antonio Ricci, che evidentemente non è stata ostacolata. E, se devo dire la verità, io ne sono contento: viva la libertà.

Possiamo credere a una scelta autonoma di Ricci per il primo fuorionda sul “blu estoril” ma il secondo fuori onda? Dalla sua esperienza, Piersilvio Berlusconi lo ha visto prima della trasmissione o no?
Non lo so. Ai miei tempi Silvio era vivo e comunque non era Piersilvio il nostro interlocutore, non so come funzioni ora. Anche a me sembra probabile che sul secondo fuori onda ci sia stata una scelta aziendale. Il capo di Striscia la notizia, Antonio Ricci, ha deciso di mandarlo in onda. Poi se qualcuno ha provato a fermarlo lui è stato più forte, o più probabilmente non ci hanno nemmeno provato. Comunque lo sapevano. Striscia, come Le Iene, ha una forza dovuta agli ascolti che, nonostante la crisi della tv generalista, tengono bene. I Berlusconi sono imprenditori e comunque è una buona notizia che sia andato in onda.

In passato un servizio di Alessandro Sortino sui Mastella non andò in onda e Sortino lasciò Le Iene. Mastella era il personaggio chiave della crisi di Governo che poi portò alle elezioni e alla vittoria di Berlusconi. Sono passati 15 anni. Ora ci vuole dire che Mediaset è diventato un editore che manda in onda cose delicate così senza una riflessione politica?
Però bisogna tenere presente anche le giustificazioni che ti danno. A me quell’unica volta mi è stato bloccato per possibili ragioni legali. Ti dicono “gli avvocati pensano che questo servizio sia a rischio querela” e non hai molte possibilità. Spesso invece sono riuscito ad aggiustare il servizio per andare incontro alle richiesta dell’ufficio legale e il servizio è andato in onda. Il primo servizio sugli scontrini di Matteo Renzi andò in onda e fece grandi ascolti. Il secondo no perché il servizio legale disse di no. Io non ho gradito, certo. Peraltro poi Il Fatto lo riassunse sul sito perché avevate avuto un’anteprima…

Anche qui qualcuno poteva accampare scuse legali sul fatto che era un fuori onda. Ok che sono di proprietà di Mediaset ma si possono trasmettere liberamente senza chiedere l’autorizzazione al conduttore ripreso dalla telecamera?
Giuridicamente la questione è complessa. Però le telecamere che lo hanno registrato sono di Mediaset e quindi non hanno rubato niente a nessuno e va detto che lo sai, se ti trovi in uno studio davanti alle telecamere, che puoi essere ripreso.

Quante persone avevano la possibilità di vedere e registrare quelle immagini a Mediaset? Si contano sulle dita di una mano i “sospettabili”?
No, ci sono tante persone. Penso che gli studi principali di Mediaset, il Centro Palatino a Roma e gli studi di Cologno Monzese, vadano in bassa frequenza. Quindi tutti quelli che hanno accesso alla bassa frequenza, e sono tanti in tante trasmissioni, possono vedere e sentire quel che accade nello studio e non va in onda.

In conclusione il fuorionda andava trasmesso?
Non stiamo parlando di una cosa privata ma del compagno della presidente del consiglio che dice cose di quel tipo alle sue colleghe. Un fatto che porta la premier a lasciarlo in pubblico con un post. Non vedo come si possa dire che questa sia una cosa privata: è di interesse pubblico.

Secondo lei quello che ha fatto Andrea Giambruno è grave a prescindere dalla mancanza di rispetto verso Meloni, rispetto a tutte le donne?
Secondo me sì. Premesso che abbiamo solo spezzoni in alcuni casi solo dell’audio e quindi non vediamo la sua espressione e il contesto, per me non è elegante quel che ha fatto e non è giusto. Al lavoro queste cose non si fanno. Anche se fosse per te solo una battuta, non puoi farla con chi lavora con te. Soprattutto se hai un potere maggiore della destinataria della battuta. Come l’assistente universitario con la studentessa.

Secondo lei il caso Giambruno danneggerà Giorgia Meloni?
Secondo me no. Dovrebbe essere attaccata per quel che non ha fatto sulla lotta alla povertà, sulle bollette, sulle accise che non ha ridotto. Invece c’è un’arma di distrazione di massa perfetta per lei. Non la danneggerà soprattutto nel rapporto con il suo elettorato.

I rapporti tra il Governo e Mediaset saranno influenzati da quel che è successo?
Non lo so. Però so che si sono scontrati un potere mediatico, Mediaset, e un potere politico-elettorale, Giorgia Meloni. In Italia c’è una commistione troppo forte tra il potere mediatico e la politica. Se non ci fosse questa commistione noi non saremmo indotti a fare un’ipotesi dietrologica, anche verosimile, va detto, che ci sia stato un interesse non solo “editoriale” in quel servizio di Striscia. Ci chiediamo perché è andato in onda un fuorionda del compagno della premier, e già solo questo è segno che qualcosa non va in Italia. Invece dovremmo dare per scontato che è andato in onda perché era una notizia.

Secondo lei il potere mediatico di Mediaset ha voluto mandare un segnale al potere politico di Meloni?
Non arriverei a dire questo. Non c’è un cambio di linea. Mediaset ha tanti programmi che hanno una narrazione coerente con quella del Governo, parlo di Mario Giordano, Paolo Del Debbio, Nicola Porro, per esempio. E non cambieranno certo linea. Però il messaggio che io vedo da parte di Mediaset è: sappiate che se abbiamo uno scoop sgradito al Governo, noi lo mandiamo in onda.

Articolo Precedente

“Aggredito dal finanziere imputato, costretto a lasciare un’udienza pubblica: a noi cronisti di strada capita anche questo” | La testimonianza

next
Articolo Successivo

È morto Sergio Staino: lo storico vignettista de L’Unità aveva 83 anni. Era il “padre” del personaggio Bobo

next