C’è un precedente che riguarda l’ospedale Al-Alhi di Gaza, colpito martedì sera da un missile che ha provocato “centinaia di vittime”. La struttura era già stata centrata alcuni giorni fa da un razzo israeliano e l’esercito di Tel Aviv aveva intimato per tre volte l’ordine di evacuazione. Passato sotto silenzio per ore, il primo attacco subito è stato sottolineato dalla Chiesa anglicana, che finanzia l’ospedale ed è indipendente dalle fazioni politico-militari presenti nella Striscia. E in Rete si ritrovano diverse tracce delle reazioni della stessa Chiesa al primo strike sulla struttura, avvenuto sabato scorso, che aveva provocato 4 feriti tra gli operatori sanitari.

All’indomani della strage di martedì sera, le cui responsabilità non sono ancora state chiarite, il vescovo anglicano di Gerusalemme, Hosam Naoum, ha detto che l’ospedale Al-Ahli aveva ricevuto almeno tre ordini di evacuazione da parte dei militari israeliani prima dell’esplosione. Ordini a cui il personale sanitario si è rifiutato di ubbidire. Secondo Naoum, l’Idf ha dato gli avvertimenti per telefono a partire da domenica, dopo che i bombardamenti israeliani avevano già colpito due piani dell’ospedale lo scorso 14 ottobre.

Dopo lo strike dello scorso sabato, anche l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, aveva avvisato: “L’Ahli Hospital è stato colpito dal fuoco dei razzi israeliani ieri sera e quattro membri del personale sono rimasti feriti nell’esplosione. Anche altri ospedali sono stati colpiti”. Il reverendo aveva quindi chiesto che “l’ordine di evacuazione degli ospedali nel nord di Gaza venga revocato e che le strutture sanitarie, gli operatori sanitari, i pazienti e i civili vengano protetti”.

Il vescovo Naoum ha rifiutato di esprimersi su chi sia responsabile dell’esplosione di martedì sera e ha esortato l’opinione pubblica a concentrarsi sulla distruzione e sulle morti che si stanno verificando a Gaza: “Come persone di chiesa, non siamo esperti militari – ha detto – Vogliamo solo far vedere alla gente cosa sta succedendo sul campo e speriamo che arrivi alla conclusione che ne abbiamo abbastanza di questa guerra”. Naoum ha aggiunto che l’esplosione all’ospedale ha anche squarciato una chiesa al centro di un cortile dove i palestinesi si erano rifugiati. Ha detto che le vittime sono “centinaia”, in base a quanto riferito dal personale locale.

Parlando con la BBC, Richard Sewell, uno dei maggiori esponenti della Chiesa anglicana a Gerusalemme, ha ricordato il primo danneggiamento del 14 ottobre e spiegato che dopo quell’attacco molti dei 6mila abitanti di Gaza, quasi esclusivamente famiglie, che si erano rifugiati all’interno si sono allontanati ma all’incirca mille persone avevano deciso di rimanere comunque nella struttura.

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