Un traboccante odio per gli ebrei, video sul conflitto tra Israele e Hamas, un giuramento a Isis e l’intenzione di plasmare anche un ragazzino alla violenza terrorista. L’operazione della Digos di Milano, terminale di un’inchiesta nata nel 2021, mostra come un cittadino egiziano e un italiano di origini egiziane, coltivassero tra Facebook, Whatsapp e Telegram, un proselitismo alla causa dello Stato Islamico senza sosta da due anni. Nelle loro conversazioni anche l’affermazione di sapesse usare armi e la volontà di portare alla causa jihadista con post e video il numero di persone più alto possibile.

Nelle carte dell’inchiesta c’è un video in cui si vede una persona di spalle che lavora al computer, vicino, sulla scrivania, c’è una pistola. Sullo schermo, appaiono le foto del premier israeliano Benjamin Netanyahu, e la bandiera con la stella di Davide. Immagini condivise su Facebook, con un post dal titolo ‘’Per i figli dell’Ebraismo’’, e in sottofondo il Nasheed del Califfato (sono le musiche jihadiste che cantano i miliziani terroristi). In un altro video si vede un gruppo di bambini seduti per terra in un luogo deserto e arido, con il volto scoperto, vestiti tutti nello stesso modo, davanti a ognuno il Corano. “Manderanno un messaggio, che parte dai coltelli del Califfato e dagli spari dei proiettili alle teste dei Rafida, Nusayri, dei Sahawa e degli ebrei” il testo di accompagnamento. I due arrestati, un 49enne, egiziano, in Italia dal 2008 e in possesso di permesso di soggiorno di lunga durata, impiegato in una ditta di pulizie; e un 44enne egiziano, in Italia dal 2001, in possesso di cittadinanza Italiana, in passato imprenditore, secondo gli inquirenti avrebbero avuto anche la capacità di usare armi. “Sparare con un’arma da fuoco ti fa avere un cuore di ferro“. Il 44enne indottrinava anche il figlio, ma sarebbe stato il più anziano degli arrestati a indottrinare il più giovane.

Gli insulti e le minacce agli ebrei Ovviamente i testi tracimano di insulti e minacce agli ebrei. Tutto precedente al conflitto in atto tra Israele e l’organizzazione terroristica di Hamas, ma che nel quadro degli attacchi in Europa – come in Francia e Bruxelles – se è possibile assumono un carattere anche più inquietante e allarmante. “Oh scimmie e maiali! I monoteisti vi sgozzeranno come le pecore. Promessa di Allah. Allah non manca alla Sua promessa. Vi nasconderete dietro alberi, pietre e le persone. Oh ebrei scimmie! Il nostro imminente appuntamento è al Gerusalemme. …Allah ha il predominio nei Suoi disegni, ma la maggior parte degli uomini non lo sa”.

Il video sul conflitto israelo-palestinese e il riferimento alla Siria – C’è anche un video sul conflitto militare tra israeliani e palestinesi, con sottofondo una canzone che incoraggia i “partigiani” palestinesi a difendere la Palestina. Si sente recitare una poesia jihadista in cui si criticano i governi arabi perché non fanno nulla per cambiare la situazione dei musulmani che soffrono in diversi paesi arabi e musulmani dove ci sono conflitti: Palestina, Siria, Cecenia. In un file audio-video del marzo di un anno fa c’è una vera e propria chiamata alle armi. Sono le 15.18: “… Andiamo! Far esplodere e scuotere degli Houthi a Sana’a (sciiti, ndr). Oh Ibn (figlio) Al- Yamani! Alzati e prepara la tua cintura…. Nel file si sente la voce di una bambina che cita le strofe del Nasheed, poi una voce maschile che ripete le medesime strofe. C’è poi un riferimento alla Siria per il “silenzio musulmano sul genocidio di Al-Baghouz (dove nel 2019 erano stati catturati diversi terroristi di Isis, ndr)”. Nel testo si legge “che gli americani e i loro seguaci hanno usato fosforo e altre armi potenti, uccidendo più di 3.000 musulmani, uomini, donne, bambini e anziani, il silenzio è più potente del genocidio stesso”.

Il giuramento a Isis – I due indagati avevano giurato di essere fedeli allo Stato Islamico e per gli inquirenti all’organizzazione terrorista sono da considerarsi affiliati. “Possa Allah accogliere i loro martiri .. guarisca i loro feriti … e li liberi Giuro su Allah che gli dobbiamo i nostri colli” le parole dei due impegnandosi a essere sottomessi ad Allah e dando in pegno la propria vita. Il proselitismo non avveniva solo attraverso i social o i canali di messaggistica. L’indottrinamento terrorista avveniva nei confronti dei familiari. “Sarà, con il permesso di Allah onnipotente, un messaggio dalla terra del Califfato, per gli ebrei soprattutto e per tutte le sette miscredenti e nemici in generale: questi piccoli corpi sono stati riempiti di Tawhidi … se esplodono ucciderebbero e strapperebbero, e se parlassero farebbero tacere, e se rimanessero in silenzio affascinerebbero”.

Il pericolo del lupo solitario – L’obiettivo “unico” dei due arrestati, come spiegato dal capo della Digos Daniele Calenda, era “avvicinare chiunque” frequentasse quei gruppi social “al mondo dello Stato islamico”, il loro era un “palcoscenico virtuale”, nel quale sfruttavano i mezzi online per il “proselitismo, lo scambio di immagini, video, pensieri, propositi anche su cosa andare a fare”. Chat in cui mostravano, hanno chiarito i pm, anche il loro “odio verso Israele e l’incitamento alla jihad in Palestina”. Il “pericolo”, poi, è che agendo in questi contesti virtuali con condotte di istigazione “si possa portare il lupo solitario a passare all’azione e chi lo fa può essere spinto proprio da questi gruppi“. Vanno avanti le indagini, sia sul fronte delle minacce “ad organi istituzionali”, che sull’eventuale partecipazione di altre persone alla presunta “cellula” di proselitismo creata dagli arrestati.

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